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I big data nella lotta alla fame nel mondo

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Occorre migliorare la raccolta dei dati agricoli nei paesi a basso reddito, per poter raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. Lo evidenzia l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), che ha lanciato un’iniziativa volta a realizzare un programma globale di raccolta di informazioni tempestive e di alta qualità, allo scopo di aumentare la produzione agricola ed eliminare completamente la fame nel mondo.

La Fao sottolinea che ogni anno circa 240 miliardi di dollari vengono investiti nell’agricoltura nei paesi a basso e medio reddito. Tuttavia, spesso le decisioni d’investire vengono prese in assenza di una solida base di informazioni. La raccolta di dati agricoli rimane infatti debole in numerose nazioni: per esempio, la maggioranza dei 75 paesi più poveri del mondo non ha condotto alcun sondaggio o censimento annuale agricolo negli ultimi 15 anni. “Le carenze nella qualità e nella disponibilità dei dati agricoli impediscono ai paesi a basso e medio-basso reddito di elaborare strategie di sviluppo, assumere decisioni politiche equilibrate o monitorare i progressi ottenuti nel settore agricolo – afferma Graziano da Silva, Direttore Generale della Fao -. Dobbiamo fare molto di più per colmare la lacuna complessiva di dati nei paesi a basso e medio reddito”.

La Fao ha quindi stretto una collaborazione con la Banca Mondiale, la Fondazione Bill e Melinda Gates, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), il Dipartimento per gli Affari esteri e il commercio (Dfat) dell’Australia, il Ministero per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Bmz) della Germania, la Piattaforma globale dei donatori per lo sviluppo rurale (Gdprd) e i governi del Ghana, della Sierra Leone e del Kenya, per realizzare l’iniziativa “50 x 2030”, diretta a finanziare la raccolta di dati agricoli, con l’obiettivo di raccogliere un finanziamento di 500.000 dollari. Secondo Graziano da Silva, l’iniziativa dovrebbe concentrarsi su tre priorità: “In primo luogo aumentare le attività in corso, in secondo luogo rafforzare la collaborazione con altre parti interessate e in terzo luogo riscuotere l’impegno delle autorità nazionali e della comunità dei donatori”.

L’iniziativa sarà realizzata grazie all’impiego di due strumenti già esistenti e collaudati: il “Fao’s Agricultural Integrated Surveys (AgriSurvey)” e il “World Bank’s Living Standards Measurement Study’s Integrated Surveys on Agriculture (Lsms-Isa)”. In particolare, AgriSurvey è un sistema d’indagine che raccoglie dati sull’economia (produzione, superficie coltivata, produttività e costi di produzione), sull’ambiente (uso di suolo, acqua, fertilizzanti e pesticidi) e sulle dimensioni sociali (reddito, lavoro) dell’agricoltura. La Fao precisa che “50 x 2030” utilizzerà questi due strumenti all’interno di una partnership multi-istituzionale che mira a rendere disponibili dati agricoli migliori in 35 paesi entro il 2025 e in 50 paesi entro il 2030.

redazione