Home Economia I numeri dei bovini e suini in Italia nel 1° semestre 2015

I numeri dei bovini e suini in Italia nel 1° semestre 2015

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Un settore come quello zootecnico, di notevole importanza economica e caratterizzato da sempre più crescenti difficoltà e criticità, impone la necessità del monitoraggio costante delle informazioni al riguardo disponibili e della loro analisi, in modo da fornire un valido supporto in tempo reale ai decisori politici ed agli utilizzatori in genere. Al riguardo, è da sottolineare la disponibilità di informazioni di fonti diverse ma purtroppo non sempre concordanti tra loro. Il che, indubbiamente, rende complicata la scelta della o delle fonti informative per analisi interpretative di dinamiche e trends. Tra le varie fonti interessate al settore zootecnico, indubbiamente, è da riconoscere valenza statistica alle informazioni Istat ed alle dichiarazioni contenute nelle Anagrafi Zootecniche.

In ogni caso, prima di analizzare i dati più recenti, si ritiene opportuno alcuni numeri di contesto generale. Secondo i recenti risultati Istat sulla struttura delle aziende agricole, nel 2013 le aziende con bestiame sono state stimate in circa 190 mila (12,9% dell’universo delle aziende agricole). Oltre la metà di esse (57,7%) deteneva capi bovini. A livello nazionale i risultati mostrano flessioni più o meno significative nel numero di capi allevati per quasi tutte le principali specie, soprattutto per i suini (-7,8%). In tre anni le aziende con bovini risultano calate dell’11,9% con un patrimonio complessivo di 5,3 milioni di capi (-4,5%). Con riguardo a questo ultimo aspetto, i risultati sempre Istat della specifica indagine campionaria (semestrale) sulle consistenze riferite al 1 dicembre 2013 indicano un patrimonio nazionale di bovini (circa 5,8 milioni di capi) di molto superiore a quello accertato con la su citata indagine strutturale, evidenziando, pertanto, una marcata differenza tra rilevazioni condotte sempre sulle aziende agricole e con adozione di campioni di unità estratti dallo stesso frame di base (censimento agricolo 2010). Sempre con riferimento al mese di dicembre, secondo l’Istat nel 2014 il patrimonio di bovini cala lievemente di circa 90 mila unità. Al contrario, dinamiche differenziate si riscontrano dall’esame delle analoghe indagini semestrali Istat riferite al mese di giugno. Infatti, il patrimonio, sulla base dell’indagine di giugno 2014 , è stato stimato in aumento del 2,1% rispetto al corrispondente 2013. Con l’analoga indagine 2015 l’Istat stima una situazione opposta. Il patrimonio bovino risulterebbe diminuito dello 0,7%, con il numero dei bovini destinati al macello in flessione dell’1.8%, e le vacche da latte (1,8 milioni di capi) in calo dell’1,4%. L’analisi e l’interpretazione in merito all’offerta di base per il patrimonio bovino (compresi i bufalini) si complica se si considerano i dati delle risultanze (aggiornate al 15 di ogni mese) nella specifica Anagrafe Zootecnica, da cui emerge che le stime Istat riferite al mese di giugno risultano essere sempre superiori. Al contrario, per il patrimonio suino, le informazioni assumono dinamiche molto più omogenee e stabili negli anni, mantenendosi sempre su 8,6 milioni di capi, con lievi ma costanti incrementi da un semestre al successivo.

Nel 1° semestre 2015, secondo Istat, risultano macellati 1,3 milioni di capi bovini e bufalini per 379 tonnellate di carne – peso morto, con incrementi del 6,0% in termini di capi e del 13,8% per le quantità di carni rispetto al pari periodo 2014. Tali incrementi si ridimensionano sensibilmente se si confrontano i dati 2015 con quelli analoghi del semestre immediatamente precedente (rispettivamente -3,8% e +0,8). In parziale controtendenza le macellazioni di suini, il cui ammontare a giugno 2015 risulta pari a 5.983 mila capi per 770 mila tonnellate di carne, con incrementi rispettivamente del 6,2% e 15,8% nei confronti del pari semestre 2014 e dello 0,8% e 16,1% rispetto al 2° semestre 2014.

Per il comparto bovino (compresi i bufalini) gli incrementi quantitativi di carni ottenute dalle macellazioni hanno molto verosimilmente influito sulle minori importazioni di animali vivi e di carni. Nei primi sei mesi 2015, secondo Istat, l’Italia ha acquistato dall’estero 525 mila capi, con flessioni del 4,7 % rispetto al pari periodo 2014 e del 10,6% rispetto al 2° semestre 2014. Anche le quantità di carni importate, pari a circa 201 mila tonnellate, hanno registrato significativi decrementi (rispettivamente al -6,5% e -4,7%). Limitatamente al numero di capi, gli ingressi dall’estero risultanti in Anagrafe sono quasi perfettamente concordanti con quelli Istat. Più o meno invariato per Istat, soprattutto per gli ultimi due semestri considerati, il numero dei bovini e bufalini esportati (intorno ai 30 mila capi), con la differenza, tuttavia, nel numero di capi esportati dichiarato in Anagrafe relativo al 2° semestre 2014 (32 mila capi per Istat a fronte di 25 mila per l’Anagrafe). Dinamiche semestrali molto diversificate, per quanto concerne il comparto suino. Secondo i dati Istat, nel 1° semestre 2015 risultano importati 731 mila capi, con marcati aumenti del 30,5% rispetto al pari periodo 2014 e del 47,3% rispetto all’ultimo semestre 2014. Al contrario, le quantità di carni con 528 mila tonnellate acquistate a tutto giugno 2015 si sono mantenute pressoché invariate (527 mila nell’ultimo semestre 2014 e 521 mila nel 1° semestre 2014). In termini di capi acquistati, il trend oscillatorio dei tre semestri considerati trova conferma dalle risultanze dell’Anagrafe, ma con valori molto marcatamente inferiori agli analoghi Istat. In merito alle esportazioni Istat, mentre il numero dei capi venduti risulta rimasto pressoché costante nel tempo (circa 2 mila capi), i quantitativi dii carni vendute, con 53 mila tonnellate, risultano in netto calo (-14,5% rispetto alla prima parte del 2014 e -18,5% rispetto al 2° semestre).

A completamento dell’analisi, l’Anagrafe bovina fornisce informazioni anche sul numero di capi morti in azienda, di cui in stalla, e persi per furto e/o smarrimento. Al riguardo, infatti, emerge che nel 1° semestre 2015 sono stati dichiarati morti in azienda poco più di 115 mila capi (93,2% morti in stalla), cui sono da aggiungere altre 16 mila unità circa perse per furto e/o smarrimento (70,5% per solo smarrimento). Dai confronti semestrali risultano incrementi rispettivamente pari al +17,6% e +19,7% sul 1° semestre 2014, e +8,0% e +14,2% sul semestre immediatamente precedente. È appena il caso di richiamare l’attenzione sul fatto che qualora il numero dei bovini e bufalini morti e/o persi si aggiungessero a quello dei capi allevati, si otterrebbe un ammontare di capi pressoché uguale alle consistenze Istat, specialmente per quanto riguarda gli ultimi due semestri considerati.

 

Alcuni numeri dei settori bovino e suino secondo Istat ed Anagrafi Zootecniche – Confronti semestrali 2014-2015

 

ATTIVITA’ ECONOMICHE

STATISTICHE ISTAT

ANAGRAFE ZOOTECNICA

1° semestre 2014

2° semestre 2014

1° semestre 2015

1° semestre 2014

2° semestre 2014

1° semestre 2015

 

BOVINI E BUFALINI

Consistenze (numero di capi in migliaia)

6.197

6.126

6.151

5.932

5.938

5.951

Macellazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

1.232

1.358

1.306

1.281

1.333

1.296

– quantità carne-peso morto (000 tonn.)

333

376

379

n.d

n.d

n.d

Importazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

551

587

525

534

557

511

– quantità carne (000 tonn.)

215

211

201

n.d

n.d

n.d

Esportazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

23

32

29

23

25

30

– quantità carne (000 tonn.)

61

70

69

n.d

n.d

n.d

 

SUINI

Consistenze (numero di capi in migliaia)

8.617

8.676

8.682

8.685

8.658

8.782

Macellazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

5.636

5.295

5.983

4.960

5.336

5.416

– quantità carne-peso morto (000 tonn.)

665

663

770

n.d

n.d

n.d

Importazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

560

496

731

474

388

527

– quantità carne (000 tonn.)

521

527

528

n.d

n.d

n.d

Esportazioni

 

 

 

 

 

 

– numero di capi (migliaia)

2

2

2

3

2

3

– quantità carne (000 tonn.)

62

65

53

n.d

n.d

n.d

Fonte: Istat e Ministero della Salute – BDN di Teramo – Anagrafi zootecniche

 

Foto: Unsplash

Bruno Massoli