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Il benessere degli avicoli

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carni avicole_influenza aviaria

di Francesca Leone e Valentina Ferrante, Dipartimento di Scienze e Politiche AmbientaliUniversità degli Studi di Milano

L’allevamento degli avicoli ha subito dei cambiamenti radicali a partire dagli anni 50 subendo una sempre crescente intensivizzazione: la maggior parte degli allevamenti è al chiuso in ambienti controllati. La gestione è volta alla massimizzazione delle produzioni attraverso l’alimentazione che è formulata per soddisfare le esigenze nutrizionali nelle differenti fasi produttive dell’animale, mediante il controllo dei fattori climatici e grazie alla regolazione del fotoperiodo e dell’intensità luminosa. Grazie a questi fattori e ai progressi in diversi ambiti dell’allevamento, come una migliore prevenzione e lotta alle malattie, l’industria avicola è cresciuta in modo significativo negli ultimi decenni e il consumo di carne e uova di pollame è aumentato a livello globale; un aumento che si prevede continuerà, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.

L’intensificarsi della produzione è andato di pari passo con il crescente interesse per il benessere animale: già a partire dal “Brambel Report” sono stati identificati diversi potenziali rischi per il benessere degli avicoli quali, ad esempio, il debeccaggio che può causare dolore, la riduzione dello spazio per le galline in gabbia o l’aumento del rischio di cannibalismo e di insorgenza di patologie per le galline allevate a terra. Altre fonti di rischio evidenziate dal report sono legate alla scarsa luminosità e alle densità elevate. La maggior parte di questi problemi persiste e altri sono emersi con l’evoluzione dei sistemi di produzione commerciale; anche l’aumento dell’interesse da parte del consumatore per il benessere degli animali, soprattutto nei Paesi sviluppati, ha contribuito alla riflessione su queste tematiche.

In generale gli studi sul benessere si concentrano principalmente su tre aree: capacità dell’animale di esprimere un comportamento normale, buon funzionamento (salute, normalità fisiologica), stato emotivo (soprattutto dolore e angoscia). È da sottolineare che le cause di numerosi problemi di benessere sono complesse e che, di conseguenza, raramente esistono “soluzioni semplici”. In molti casi, poi, i fattori alla base delle problematiche di benessere sono ancora poco conosciuti.  

Esistono alcuni aspetti relativi alla stabulazione e alla gestione che possono influire sul benessere di tutti gli avicoli allevati, anche se il loro impatto può dipendere dallo specifico sistema di produzione o dall’interazione tra sistema e tipo di animale considerato. Tra questi fattori rientrano:

– la qualità dell’aria: è un problema di benessere nei sistemi di stabulazione al chiuso. L’ammoniaca rilasciata dalla pollina in decomposizione può causare irritazione respiratoria e congiuntivite; questo problema è esacerbato nei sistemi di gestione in cui la lettiera non viene rimossa fino alla fine del ciclo;

– l’illuminazione: nei sistemi al chiuso il pollame viene solitamente allevato con un’illuminazione artificiale che può fornire livelli di luminosità molto bassi per migliorare la produttività e ridurre il potenziale sviluppo di particolari problemi (ad esempio, fenomeni di cannibalismo nelle galline ovaiole oppure graffi nei tacchini e nei polli). Ciò può influire sulla struttura oculare dei volatili (ingrossamento degli occhi) e/o potenzialmente avere un impatto negativo sulla loro capacità di esprimere comportamenti normali;  

– la pavimentazione: nei sistemi in cui è presente la lettiera, mantenerla in buone condizioni è fondamentale per la salute delle zampe, delle vie respiratorie e degli occhi. La lettiera bagnata contribuisce infatti all’insorgere di problematiche quali la dermatite delle zampe e dei garretti; inoltre se le lesioni sulle zampe si infettano si può sviluppare il cosiddetto bumblefoot (un’infiammazione dolorosa delle zampe);  

– l’approvvigionamento idrico: sono stati rilevate diverse problematiche associate alla fornitura di acqua nei capannoni avicoli. Gli abbeveratoi a nipple obbligano gli uccelli a bere in una posizione “innaturale”, ma hanno il vantaggio di preservare la lettiera da umidità eccessiva, con i problemi che ne conseguono;

– l’alimentazione: in genere i requisiti nutrizionali sono ben conosciuti per le specie avicole e quindi carenze nutrizionali significative sono piuttosto rare. Ciononostante si riscontrano frequentemente problemi scheletrici e il ruolo dell’alimentazione nell’influenzare o migliorare questi problemi è ancora da esplorare;

– la densità: nei sistemi al chiuso (o nei capannoni associati alla produzione all’aperto o al pascolo), il pollame è tipicamente allevato a densità elevate che limitano la quantità di spazio disponibile per ciascun volatile pur nel rispetto della normativa vigente. Le ipotesi sugli effetti della densità di allevamento sul benessere sono ampie e si concentrano sulla salute, sul comportamento sociale, sul movimento e sulle risposte all’arricchimento;

– l’ambiente sociale: sebbene anatre, tacchini, polli e galline siano tutte specie sociali, l’ambiente sociale negli allevamenti può rappresentare una sfida in particolare a causa delle grandi dimensioni del gruppo e delle alte densità di allevamento. Particolare attenzione va rivolta ad aspetti quali la competizione per le risorse, come cibo e acqua, e l’insorgere di comportamenti sociali anomali, come la beccata delle piume, il cannibalismo e l’eccessiva aggressività;

– l’arricchimento: anche quando gli ambienti di allevamento offrono spazio sufficiente per consentire agli animali di muoversi agevolmente, non sempre sono presenti elementi “fisici” importanti che favoriscono l’espressione del comportamento, come ad esempio posatoi o materiale per il razzolamento. La mancanza di arricchimento può causare frustrazione e contribuire all’insorgere di problemi comportamentali, ad esempio il beccaggio delle piume;

– l’interazione uomo-animale: negli allevamenti i contatti tra animali e uomo sono piuttosto limitati; gli addetti passano quotidianamente nei capannoni, ma il contatto diretto tra l’uomo e i volatili è raro fino al depopolamento alla fine del ciclo produttivo, procedura che può essere fonte di lesioni, paura e stress per i volatili;

– la selezione genetica: la selezione degli avicoli da carne per una crescita rapida e una grande dimensione del petto, e delle galline ovaiole per un alto tasso di deposizione delle uova, contribuiscono alla significativa incidenza di disturbi scheletrici attualmente riscontrati negli allevamenti commerciali, in particolare zoppia nei volatili da carne e fratture/danni ossei nelle ovaiole.

Per definire l’impatto sul benessere di quanto descritto negli anni sono stati sviluppati protocolli per la valutazione del benessere partiti dalla considerazione che la semplice misurazione delle strutture (quantità di spazio e l’accesso alle risorse necessarie) fornisca solo una parte di informazioni indirette, utili ma non esaustive rispetto alla valutazione dello stato di benessere degli animali allevati. Per questo motivo si è assistito a una tendenza generalizzata, rapida in alcune aree e più lenta in altre, a considerare e adottare approcci alla valutazione basati sull’animale da affiancare ai metodi più consolidati di valutazione delle risorse disponibili (Keeling, 2009; Marchewka et al., 2015). Nella pratica questo passaggio da misure basate sulle risorse (RBM) a misure basate sugli animali (ABM), si è tradotto nell’uso crescente di checklist per valutare gli aspetti del benessere in allevamento.

Il maggior limite degli indicatori RBM risiede nel fatto che queste misure non sono in grado di descrivere quello che l’animale prova, anche rispetto all’ambiente in cui è allevato.  Il benessere è una caratteristica del singolo animale e non solo del sistema in cui gli animali sono allevati, e le stesse risorse possono essere utili a un esemplare e causare invece stress in un altro. La strategia migliore è risultata quella di combinare RBM e ABM per fornire la valutazione più “ampia” degli effetti dell’allevamento sugli animali, anche in considerazione del fatto che alcuni parametri non sono misurabili con indicatori ABM di facile utilizzo: ad esempio valutare la disponibilità di acqua con indicatori ABM è praticamente impossibile – infatti attualmente non esiste un indicatore della disidratazione applicabile su specie avicole – e la misura più attendibile è la valutazione della presenza di un numero adeguato di abbeveratoi tenuti in condizioni ottimali (RBM). Al contrario, se gli animali sono zoppi o presentano lesioni alle zampe, è possibile verificare se questa situazione sia correlata a scarsa condizione della lettiera (RBM), e quindi se modificando (migliorando) il punteggio della lettiera il numero di animali con lesioni alle zampe e con zoppia tenda a diminuire. 

Gli animali differiscono individualmente per il loro temperamento, le loro esperienze e il modo in cui il loro patrimonio genetico interagisce con l’ambiente. Anche la gestione può influenzare fortemente l’esperienza e la risposta degli animali a una situazione di allevamento. Sembra probabile che l’uso di diverse misure, quando disponibili, fornisca una visione più completa del benessere di un particolare animale. Tuttavia, è anche evidente che ciò che viene “scelto di misurare” è spesso una combinazione di: indicatori disponibili, indicatori richiesti da schemi di certificazione o dalla legislazione (come la densità di allevamento o lo spazio disponibile) e ciò che la comunità scientifica ritiene essere indicatori validi.

Le normative di riferimento

Direttiva 98/58 CE riguardante la protezione degli animali in allevamento

Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146, attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti

Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole 

Direttiva 2007/43/CE, che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne

DECRETO LEGISLATIVO 27 settembre 2010, n.181 Attuazione della direttiva 2007/43/CE che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne

Protocolli Valutazione del benessere

Bibliografia

F. W. R. Brambell, Report of the Technical Committee… Animals Kept Under Intensive Livestock Husbandry Systems. HM Stationery Office, 1965.

L. Keeling, ‘An Overview of the Development of the Welfare Quality Project© Assessment Systems. Welfare Quality Reports no. 11’ UK, 2009.

J. Marchewka, I. Estevez, G. Vezzoli, V. Ferrante, and M. M. Makagon, ‘The transect method: a novel approach to on-farm welfare assessment of commercial turkeys’, Poult Sci, vol. 94, no. 1, pp. 7–16, 2015.

SCAHAW, ‘TheWelfare of Chickens Kept for Meat Production (Broilers)’, Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare, Mar. 2000.

Foto: Pixabay.com