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Il benessere nel cane e nel gatto

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di Simona Cannas, medico veterinario specialista in Etologia Applicata e Benessere Animale, Università degli Studi di Milano

Il cane e il gatto condividono con noi spazi, attività, emozioni…la quotidianità insomma: una stretta convivenza che appare ben diversa dalla modalità di vivere e di concepire il cane e il gatto rispetto a qualche decennio fa. Oggi giorno si è arrivati a una stretta convivenza in un ambiente che, tuttavia, spesso risulta molto stressante per l’animale che può trovare qualche difficoltà ad adattarsi. Il cane e il gatto, infatti, sono inseriti in un contesto umano e non sempre sono adeguatamente preparati a questo. Il gatto, come il cane, vive in un ambiente che è a misura di uomo (la società umana, l’ambiente domestico) e non a sua misura. Anzi, le abitudini di vita dei nostri pet si sono dovute adattare a quelle dell’essere umano, che gestisce i loro spazi, le loro risorse e i loro tempi. 

L’essere umano non sempre conosce e rispetta quelle che sono le esigenze etologiche (cioè l’insieme delle necessità e delle caratteristiche comportamentali) del cane e del gatto, non sempre comprende e interpreta correttamente il loro linguaggio fatto di atteggiamenti, mimiche, posture. Così, quello che in potenza potrebbe essere un rapporto foriero di benefici per entrambi i protagonisti, viene talvolta a spezzarsi e ad alterarsi in maniera irreversibile, con la comparsa di una serie di disturbi comportamentali. Perciò la valutazione dello stato di benessere dell’animale diventa una tappa imprescindibile nel prosieguo di un “legame” che deve essere basato prima di tutto sulla conoscenza e sul rispetto reciproco. 

Alla luce di tutto ciò è necessario sottolineare come la valutazione del benessere animale non sia solo un problema che riguarda gli allevamenti zootecnici e gli animali da reddito, bensì un aspetto che coinvolge tutti gli allevamenti animali, canili e gattili compresi, per migliorare concretamente la qualità di vita dei nostri animali, costretti a vivere in condizioni che mettono a dura prova la loro capacità di adattarsi all’ambiente. Il benessere animale è una sfera complessa che include aspetti fisici, comportamentali e psicologici. Il benessere di un individuo è la sua condizione rispetto alla sua capacità di adattarsi all’ambiente (Broom, 1988): questa definizione implica che gli animali soffrono quando hanno difficoltà nell’adattarsi alle condizioni nelle quali vengono tenuti (allevati, ricoverati, trasportati). Un buon metodo per stabilire condizioni accettabili di benessere è sapere che cosa è importante per adattarsi all’ambiente dal punto di vista dell’animale. 

Il benessere di un animale comprende sia il suo stato mentale sia fisico. Se benessere fisico vuol dire dare all’animale nutrimento, cure e protezione, per benessere psicologico si intende il soddisfacimento dei bisogni etologici. In particolare il benessere fisico si valuta osservando lo stato di salute dell’animale, mentre quello psichico osservando lo stato mentale; per accertarsi dello stato di benessere di un animale uno non può prescindere dall’altro.

I bisogni etologici si possono soddisfare dando la possibilità al cane e al gatto di manifestare i comportamenti specie-specifici. Il soddisfacimento dei bisogni etologici è la miglior forma di prevenzione dei problemi comportamentali. Per soddisfare lo stato di benessere di un animale bisogna sempre considerare degli elementi fondamentali: lo spazio concesso all’individuo, l’attività e la socialità. Le esigenze, sia dal punto di vista fisico sia mentale, variano per ogni singolo individuo, e in parte sono legate alla selezione operata dall’uomo. In particolare, nel rispetto delle esigenze etologiche, assume grande importanza l’arricchimento ambientale – l’insieme di modificazioni dell’ambiente fisico e sociale del cane e del gatto che favoriscono la manifestazione dei comportamenti tipici della specie (Overall, 2013). 

Nella tabella 1 sono descritte le principali esigenze etologiche del cane e del gatto atte a garantire un adeguato benessere.

SPECIE/ESIGENZASPAZIOSOCIALITÀATTIVITÀ/GIOCO
CANEDipende da: 1) possibilità di essere portato in ambiente esterno (non solo per espletare le funzioni fisiologiche, ma anche per camminare, correre, giocare, esplorare, socializzare);2) numero di persone/animali presenti in casa (più individui ci sono, più lo spazio effettivo diminuisce, perché va condiviso)3) da eventuali cambiamenti nel nucleo familiare (es. arrivo bambino, cucciolo, ecc.).Ciascun cane ha bisogno di un proprio spazio, per riposare, stare tranquillo e sentirsi protetto (un luogo sicuro e tranquillo tutto suo, possibilmente riparato, non condiviso e lontano dai luoghi di passaggio)Il cane è un animale sociale e ha la necessità soprattutto di condividere attività e tempo con il proprietario. La solitudine nel cane causa sofferenza anche se lo spazio è abbondante, perciò:- abituarlo gradualmente a stare da solo -non lasciarlo solo per troppo tempo Inoltre, educazione e addestramento dovrebbero essere basate sul rinforzo positivo; sono assolutamente da evitare tutti i metodi di addestramento che implicano dolore fisico, paura o frustrazioneNon esistono regole precise per quanto riguarda l’esercizio quotidiano; dipende da diversi fattori: attitudine (razza); variabilità individuale; taglia; tipo di attività. -In linea generale i cani di taglia piccola dovrebbero fare 3-4 uscite al giorno della durata di almeno 20 min e una più lunga. I cani di taglia media e grande dovrebbero svolgere minimo 2 ore di attività al giorno.La presenza di un giardino non esclude le uscite: il cane deve comunque essere portato fuori per una passeggiata. Ciò gli permette di fare esercizio fisico (camminare, correre), ma anche venire a contatto con gli stimoli dell’ambiente esterno. -Oltre all’attività fisica i nostri cani hanno bisogno anche di attività mentale, che può essere stimolata facendo eseguire al cane semplici esercizi (seduto, zampa, ecc), utilizzando giochi di attivazione mentale e attività di fiuto e masticazione 
GATTO-Ha una precisa organizzazione del territorio e della gestione delle sue risorse: gli spazi per le principali attività (alimentazione, riposo, eliminazione) vanno separati, in modo che non siano vicini (anche in presenza di un solo gatto).  – è un animale semi-arboricolo, che in natura trascorre parte della sua giornata sui rami degli alberi, pertanto anche in ambiente domestico tende a sfruttare lo spazio in tutte le dimensioni (altezza, larghezza e profondità) e a trascorrere parte del suo tempo in luoghi sopraelevati. È importante fornire al gatto luoghi di riposo in punti tranquilli, non di passaggio o vicino a fonti di rumore e che gli consentano di nascondersi. – le cassette igieniche dovrebbero essere in numero uguale a quello dei gatti presenti in casa + 1 e vanno posizionate in ambienti diversi, in zone tranquille e non di passaggio, lontano da fonti di rumoreÈ una specie sociale ma solitaria che tende a formare dei gruppi solo quando le risorse e gli spazi sono sufficienti, perciò:- se più gatti condividono un ambiente casalingo, devono poter disporre ognuno delle proprie risorse e dei propri spazi, senza che questi debbano per forza essere condivisi con gli altri (divisione virtuale dei territori)-fornire spazi alti, ma anche passaggi sopraelevati e zone riparate che creino dei rifugi sicuriIn natura il gatto, in quanto predatore, caccia per 3-4 ore al giorno; per questo, nell’ambiente domestico è necessario fornirgli una serie di attività che lo tengano impegnato durante il giorno, cercando di ricreare un’attività simile nelle nostre case attraverso il gioco. È importante far intraprendere al gatto delle attività o fornirgli dei giochi che gli permettano di utilizzare e tenere allenati i propri sensi: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Ovviamente i giochi preferiti dai gatti sono quelli che hanno le caratteristiche di una preda. Sono molto utili i giocattoli che stimolano attività come la corsa, il rincorrere, il puntare e il saltare
Tabella 1. Principali esigenze etologiche del cane e del gatto atte a garantire un adeguato benessere (Dehasse, 2007; Horwitz et al., 2004; Houpt, 1991).

Bibliografia

Broom D. M. 1988. The scientific assessment of animal welfare. Appl. Anim. Behav. Sci. 20, 5.

Dehasse J. 2007. Intelligent activity for dogs as a tool in behavioural therapy. In Landsberg G., Mattiello S., Mills D. (eds): Proceedings of the 6th International Veterinary Behavioral Meeting.

Horwitz D.F., Mills D.S., Heat S. 2004. Terapia comportamentale del cane e del gatto. Utet, Torino.

Houpt K.A. 1991. Il comportamento degli animali domestici. EMSI, Roma.

Overall K.L. 2013. Clinical Behavioral Medicine for Small Animals 2nd Edition. St. Louis, Mosby-Year Book Inc.