Il mais rappresenta una preziosa risorsa economica per il nostro Paese. È un cereale caratterizzato da un’ampia versatilità di usi: è alla base dell’alimentazione zootecnica e costituisce, inoltre, un’importante risorsa per l’alimentazione umana in molte parti del mondo, Italia compresa. Questo cerale rappresenta un’utile risorsa per le potenzialità di ricerca e innovazione sostenibile.
Il nostro Paese deve prendere coscienza che, in questi ultimi anni, le superfici e le produzioni di mais si sono ridotte: negli ultimi 13 anni si è assistito ad una diminuzione delle rese di produzione, variazione che ha superato anche il 15%. Le cause principali sono da imputare ai cambiamenti climatici, alla difficoltà riscontrata nel controllo dei parassiti e alla riduzione/sbilanciamento della fertilizzazione. In questo panorama sono da considerare anche la riduzione del tasso di auto-approvvigionamento e la necessità di dipendere dall’estero per le importazioni. Nonostante le rese della campagna 2015 siano state ancora potenzialmente buone, vi è ancora incertezza legata alla qualità e sanità della granella.
In questo clima di forte incertezza per i diversi operatori del settore si è aperta quest’anno, il giorno 8 Febbraio, a Bergamo, la consueta Giornata del Mais organizzata dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Unità di ricerca per la Maiscoltura di Bergamo. Il tema principale discusso è stato proprio quello legato alle opportunità e criticità del mercato, alle prospettive e potenzialità legate alla coltivazione di questo cerale.
Dopo i saluti istituzionali, a presentare le prospettive di mercato per l’anno corrente è stato Dario Frisio, dell’Università di Milano che ha mostrato i dati aggiornati relativi a produttività, rese e riduzioni di superficie coltivate a mais, puntando l’attenzione sulla necessità di un controllo della qualità e della sicurezza alimentare della granella. È necessario, secondo Frisio, produrre meglio e a costi unitari più bassi, recuperando il valore aggiunto del prodotto; è necessario, inoltre, tornare ad investire in ricerca ed innovazione e avere una maggiore conoscenza del mercato e degli strumenti per assicurarsi contro il rischio dei prezzi.
Amedeo Reyneri, docente dell’Università di Torino, ha illustrato in anteprima le Linee Guida per il controllo delle micotossine nei cereali, messe a punto dal MiPAAF assieme alle Regioni. Le Linee Guida sono uno strumento pensato per i responsabili dell’attuazione delle politiche agricole e per gli operatori delle filiere. In sintesi, evidenziano le misure e i percorsi produttivi atti a ridurre la probabilità di incorrere in elevate contaminazioni da micotossine sia per il mais che per i cereali vernini, nelle fasi di campo e di post raccolta.
Gianni Barcaccia, docente dell’Università di Padova, ha descritto le nuove vie del miglioramento genetico e la ricerca genetica applicata allo sviluppo varietale.
Alberto Crema dell’IREA CNR di Milano ha mostrato le opportunità offerte dall’utilizzo di tecnologie aeree per la gestione e il monitoraggio del settore agricolo.
A chiudere la mattinata una Tavola Rotonda dal titolo “Mais Italiano, che mercato ci aspetta?”, moderata dal giornalista dell’Informatore Agrario Lorenzo Andreotti, cui hanno parteciperanno i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria: Alberto Brivio Coldiretti Bergamo, Carlo Benetti Confagricoltura Lombardia, Maurizio Floris Associazione Granaria di Milano, Giuseppe Carli ASSOSEMENTI, Marco Aurelio Pasti AMI, Gianfranco Pizzolato AIRES, Giulio G. Usai ASSALZOO, Leonardo Bolis CONFAI, Pierangelo Marconi ROQUETTE GROUP. Le conclusioni della Tavola Rotonda sono state riassunte da Giovanni di Genova, dirigente del MiPAAF: il ricorso alle più avanzate tecniche agronomiche può contribuire a recuperare parte del gap reddituale, ma è necessario impostare nuove relazioni tra tutti gli operatori della filiera.
Nella sessione pomeridiana i ricercatori del CREA di Bergamo, Chiara Lanzanova e Gianfranco Mazzinelli, hanno moderato gli interventi dedicati: i) alle reti nazionali di sperimentazione agronomica e alla performance agronomico-qualitativa degli ibridi da trinciato (Gianfranco Mazzinelli, Michela Alfieri Figure 1-2-3, Informatore Agrario-speciale mais 2016 ), ii) all’attività di sperimentazione del Registro Nazionale delle varietà (Anna Giulini, Giovanni Corsi), iii) al miglioramento genetico (Luigi Degano).
Sabrina Locatelli ha illustrato i livelli di contaminazione da micotossine in mais per la campagna 2015, rilevati tramite la rete di monitoraggio micotossine del CREA di Bergamo. Particolare attenzione è stata posta ad aflatossina B1: ben il 18% dei campioni analizzati risulta avere un livello di aflatossina B1 superiore ai 20 μg/kg, valore limite per il mais destinato a materia prima nei mangimi. La situazione ricorda quella riscontrata nella campagna 2012 nell’ambito della quale circa il 25% dei campioni di mais superava tale soglia. Il monitoraggio è stato condotto nell’ambito del Progetto RQC-Mais , Rete Qualità Cereali plus – Mais, finanziato dal MiPAAF.
Infine una prospettiva di valorizzazione nutrizionale del mais per l’alimentazione umana (Elisabetta Lupotto).
Considerata la strategicità dei contenuti e le criticità del momento vissuto dalla filiera maidicola, è prevedibile che tale Convegno possa avere ripercussione positive sia a livello locale che nazionale, evidenziando il grande interesse delle Istituzioni locali nel sostenere e promuovere un comparto di primaria importanza per il sistema agro alimentare e industriale del territorio.
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Chiara Lanzanova, Sabrina Locatelli, Gianfranco Mazzinelli, Carlotta Balconi