L’Unione europea vuole aprire “corridoi di solidarietà” per le esportazioni di cerali e prodotti agricoli. Almeno 20 milioni di tonnellate di cereali devono lasciare l’Ucraina in meno di tre mesi, per questioni di sicurezza alimentare ma anche per far liberare a Kiev capacità di stoccaggio per il prossimo raccolto. Il piano di Bruxelles vorrebbe aggirare il blocco dei porti sul Mar Nero, puntando su ferrovia e strade.
A seguito dell’invasione russa e del blocco dei porti ucraini, i cereali e altri prodotti agricoli del Paese non possono più raggiungere le loro destinazioni. “La situazione minaccia la sicurezza alimentare mondiale e vi è l’urgente necessità di creare percorsi logistici alternativi che utilizzino tutte le modalità di trasporto”, afferma la Commissione europea in una nota. Le mancate esportazioni stanno incidendo anche sul mercato italiano.
Le difficoltà in Italia
A lanciare l’allarme è Federalimentare: “Non sono più solo i prezzi alle stelle del grano a preoccuparci, ma il rischio di carenza di questa materia prima anche in Italia”. Il prezzo del grano è aumentato da febbraio a oggi del +52% e solo nell’ultimo mese l’aumento è stato del +16%. A questo problema oggi se ne aggiunge un altro, spiega il presidente Ivano Vacondio: “C’è un problema di ritenzione, perché quasi tutti i Paesi europei esportatori stanno rallentando l’offerta/export“.
“La conseguenza è che non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche in Paesi come l’Italia – spiegano da Federalimentare – importatore per il 60% di grano tenero, rischiamo di assistere a concrete difficoltà di approvvigionamento di cereali. Se le cose andranno avanti in questo modo, la mancanza di offerta che si sta verificando si ripercuoterà su aziende alimentari e consumatori molto più duramente di quanto non stia già accadendo con l’aumento dei prezzi. Tanto più che i cereali sono trasversali a tutti i settori alimentari, questa situazione non sarà relativa solo a qualche prodotto, ma a tutta la filiera”.
Le difficoltà dell’export ucraino
In circostanze normali, ricorda la Commissione, “il 75% della produzione di cereali dell’Ucraina viene esportato”, pari al 20% del valore annuale del totale delle esportazioni. “Prima della guerra, dai porti ucraini sul Mar Nero transitava il 90% delle esportazioni di cereali e semi oleosi. Queste esportazioni erano destinate all’incirca per un terzo all’Europa, un terzo alla Cina e un altro terzo all’Africa”.
Spiega Adina Valean, Commissaria Ue per i Trasporti. “La nostra iniziativa riguarda le soluzioni di emergenza, ma anche misure a medio e lungo termine per collegare e integrare meglio l’infrastruttura ucraina con quella dell’Ue”. Nonostante gli sforzi, migliaia di vagoni ferroviari e autocarri sono in attesa di sdoganamento sul versante ucraino. “Il tempo di attesa medio per i vagoni ferroviari – riferisce la Commissione – è attualmente di sedici giorni, ma può raggiungere i trenta giorni. Altri cereali sono ancora immagazzinati e trattenuti nei silos ucraini, pronti per l’esportazione”.
Un altro problema è costituito dai diversi scartamenti ferroviari. “I vagoni ucraini – spiega la Commissione – non sono compatibili con la maggior parte della rete ferroviaria dell’Ue, pertanto la maggioranza delle merci deve essere trasbordata su autocarri oppure su altri convogli conformi allo scartamento standard dei binari dell’Ue. Questo processo richiede molto tempo e le strutture di trasbordo lungo le frontiere scarseggiano”.
Le iniziative dell’Europa
La Commissione invita gli operatori del mercato dell’Ue a mettere urgentemente a disposizione materiale rotabile, navi e autocarri aggiuntivi per il trasporto delle merci. Al fine di conciliare domanda e offerta e stabilire i relativi contatti, l’esecutivo Ue istituirà una piattaforma logistica di incontro (uno “sportello unico”).
In secondo luogo, la Commissione chiede di dare la precedenza alle spedizioni ucraine. L’Ue sollecita i gestori dell’infrastruttura a mettere a disposizione slot ferroviari e invita gli operatori di velocizzare i trasbordi. Le strozzature potranno essere eliminate, secondo la Commissione, anche con un accordo con l’Ucraina sul trasporto stradale. Per incoraggiare i trasportatori dell’Ue a consentire l’ingresso dei loro veicoli in Ucraina, la Commissione esaminerà anche la possibilità di garanzie finanziarie integrative.
L’Ue esorta poi le autorità nazionali ad applicare la massima flessibilità e a mettere a disposizione il personale adeguato per accelerare le operazioni doganali e altri controlli ai valichi di frontiera. L’Esecutivo comunitario si coordinerà con gli Stati membri per contribuire a garantire una maggiore capacità di stoccaggio temporaneo delle esportazioni ucraine.
Nel medio e lungo periodo, la Commissione si adopererà anche per “aumentare la capacità infrastrutturale dei nuovi corridoi di esportazione e per creare nuovi collegamenti infrastrutturali nel quadro della ricostruzione dell’Ucraina”, quando sarà finita la guerra.
Foto: Pixabay