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Il settore avicolo europeo e italiano nel 2023: ripresa produttiva e sfide economiche

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influenza aviaria

Il 2023 ha segnato una svolta per la produzione europea di carni avicole, che è tornata a crescere dopo il calo registrato negli anni precedenti. Con una produzione complessiva di 11,4 milioni di tonnellate, l’Unione Europea ha confermato la sua posizione di esportatore netto, con un grado di autoapprovvigionamento del 108%. Questa ripresa segue un decennio di costante crescita dal 2010 al 2020 e un calo nel biennio 2021-2022, attribuibile principalmente a fattori economici e sanitari. A rivelarlo sono i dati dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), diffusi a metà maggio.

In Italia, il 2023 ha visto una significativa ripresa della produzione di carne avicola, che ha registrato un incremento del 9,9% rispetto all’anno precedente. Questo risultato arriva dopo un 2022 particolarmente difficile, segnato da una riduzione del 12% della produzione dovuta all’influenza aviaria. La ripresa italiana è stata accompagnata da una riduzione delle importazioni del 22% e un aumento delle esportazioni del 29%, migliorando così il saldo della bilancia commerciale e aumentando il tasso di autoapprovvigionamento dal 102% al 106%.

Tuttavia, nonostante la ripresa produttiva, il 2023 ha visto un calo significativo dei prezzi medi annui dei polli vivi, con una perdita del 12% rispetto al 2022. Questo decremento è stato causato dall’eccesso di produzione e dall’accumulo di scorte, che hanno portato i prezzi a livelli inferiori ai costi di produzione. Nel mese di febbraio 2024, i prezzi hanno toccato il livello più basso degli ultimi tre anni (1,06 euro/Kg), scendendo al di sotto del costo di produzione stimato a 1,03 euro/Kg. Solo a marzo, grazie allo smaltimento delle scorte, si è osservato un lieve recupero dei prezzi, che ad aprile restavano comunque al di sotto delle aspettative (1,10 euro/Kg).

Sul fronte del commercio estero, il 2023 ha visto un ritorno in terreno positivo del saldo della bilancia commerciale del settore avicolo, con un surplus di 172 milioni di euro. I volumi di carni avicole esportati sono aumentati del 29% rispetto al 2022, allineandosi alla media del quinquennio precedente. Le importazioni, pur riducendosi del 22% rispetto al 2022, sono rimaste comunque superiori alla media degli ultimi cinque anni.

Per quanto riguarda gli acquisti domestici, il primo trimestre del 2024 ha mostrato un calo generale dei volumi di carne acquistati, con una riduzione del 2,9% per le carni bianche. Questo calo dei volumi, associato a un ridimensionamento dei prezzi medi, ha portato a una diminuzione della spesa delle famiglie per le carni avicole del 6,4%.

Le prospettive per il settore avicolo indicano che, nonostante una diminuzione dei prezzi dei mangimi rispetto alla seconda metà del 2022, i costi di produzione rimarranno relativamente elevati. Tuttavia, una programmazione più oculata della produzione potrebbe aiutare a recuperare le posizioni perse, consentendo al settore di affrontare con maggiore resilienza le sfide economiche future.