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Il settore suinicolo in ripresa affronta sfide persistenti

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Il settore suinicolo europeo e italiano presenta dinamiche complesse e contrastanti, come evidenziato dal recente rapporto dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), pubblicato questo mese di giugno. In UE, il settore suinicolo, mostrano i dati di ISMEA, continua ad affrontare diverse criticità, dalla Peste Suina Africana (PSA) alle limitazioni all’export, fino ai costi di produzione ancora elevati, con prezzi alti che spingono i consumatori verso prodotti più economici, riducendo i volumi acquistati.

Nel 2023, la produzione di carne suina nell’Unione Europea ha subito una significativa contrazione, pari al 6,6%, sebbene il calo dei prezzi dei mangimi nei primi due mesi del 2024 abbia stimolato un aumento dell’offerta del 5,3%. Le esportazioni UE continuano a mostrare una tendenza negativa, con una diminuzione del 4,7% nei primi due mesi dell’anno, in gran parte dovuta alla riduzione della domanda cinese. I prezzi dei suini da macello, sebbene in calo, rimangono su livelli elevati.

In Italia, i primi quattro mesi del 2024 hanno visto un leggero incremento dell’offerta di capi destinati al macello (+0,6%), un dato favorito da un calo dei costi di produzione, con l’Indice ISMEA che segnala una diminuzione dell’1,1% dei prezzi degli input produttivi, diminuzione trainata soprattutto dalla riduzione dell’8,7% dei costi dei mangimi. Tuttavia, i prezzi dei ristalli sono aumentati del 9%.

Andamento dei prezzi

La riduzione dei costi di alimentazione e la ripresa dell’attività di ingrasso hanno contribuito a moderare la pressione sui prezzi lungo la filiera suinicola. In particolare, ad aprile 2024, i prezzi hanno mostrato un +6,9% per i suini pesanti del circuito tutelato, un -1,8% per le cosce fresche del circuito tutelato e un -3,6% per il lombo taglio Padova per il consumo fresco.

Il 2023 ha evidenziato un deficit commerciale per il settore suinicolo italiano di oltre 1 miliardo di euro, con un aumento delle importazioni del 31% e delle esportazioni del 6,5%. L’Italia si è confermata leader mondiale nelle esportazioni di “preparazioni e conserve stagionate”, raggiungendo un fatturato di 2,1 miliardi di euro (+9,3%). Nei primi due mesi del 2024, le esportazioni di salumi italiani sono cresciute del 17,9% in valore e del 13,4% in volume. Internamente, nonostante il rallentamento dei prezzi, nei primi quattro mesi del 2024 i consumi domestici di carne suina fresca e salumi sono diminuiti rispettivamente del 7,5% e del 4%. Questa riduzione ha interessato tutte le principali categorie di prodotto, con un calo particolarmente marcato per i prodotti di fascia alta.