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Industria alimentare, in Italia torna la fiducia

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Dopo più di due anni di “sentimento negativo”, nell’industria alimentare italiana torna la fiducia nel futuro. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo alimentare, su un campione di 1200 aziende del settore: “L’indice che misura la confidence delle aziende – si legge in una nota dell’Ismea – ha assunto nel primo trimestre di quest’anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013. Determinanti, ai fini dell’evoluzione positiva della fiducia, i giudizi sulle attese di produzione che risultano in netto miglioramento sia su base trimestrale che annua, mentre gli ordini correnti vengono indicati inferiori alla media del periodo e le scorte di magazzino in lieve accumulo sui livelli normali stagionali”.

 

Dall’indagine emerge che la maggior parte dei comparti produttivi nei primi tre mesi di quest’anno ha beneficiato di una congiuntura positiva o in miglioramento – le industrie delle acque minerali e delle bevande analcoliche, dei gelati, della lavorazione del pesce, del vino, del riso e della pasta hanno infatti registrato un livello dell’indice superiore alla media. Al contrario, per le industrie dei settori oleario, molitorio e della macellazione delle carni rosse l’indice si è rivelato negativo.

 

Il clima di fiducia è risultato positivo e in miglioramento in tutte le aree del Paese, ma con gradi d’intensità diversi: “L’indice più elevato – sottolinea l’Ismea – è stato registrato dalle imprese del Centro, seguite da quelle del Nord Ovest, del Nord Est e del Mezzogiorno”.

 

Quanto all’occupazione, l’82% delle imprese intervistate ha dichiarato che quest’anno manterrà invariato il proprio piano di produzione senza apportare cambiamenti nella manodopera occupata; il 7% ha manifestato la volontà di ridimensionare la produzione, mentre il 9% ha messo in evidenza che avrebbe intenzioni di ampliamento.

 

Per quanto concerne l’innovazione, si legge nell’indagine, “il 23% del campione ha dichiarato di voler realizzare investimenti per innovazioni sia di prodotto sia di processo; il 3% solo per innovazioni di prodotto e l’11% solo per innovazioni di processo”.

 

Foto: Pixabay

redazione