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Ismea, prezzo dei bovini in lieve rialzo

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Il mercato zootecnico resta stabile, ma si registra una correzione al rialzo dei prezzi delle carni bovine e avicole. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari. Secondo l’Istituto, la situazione dei prodotti lattiero-caseari appare ancora critica

Il settore bovino registra lievi aumenti di prezzo per il bestiame vivo e per le carni. L’attività di macellazione mostra un andamento regolare, mentre l’approvvigionamento dei capi da ristallo segnala qualche difficoltà a causa dell’emergenza blue tongue scoppiata in Francia nel dipartimento dell’Allier – che rappresenta il principale bacino di produzione delle razze da carne francesi. Il blocco della movimentazione di capi è già operativo in un raggio di 150 chilometri dal focolaio, mentre si attendono le ulteriori decisioni che le autorità francesi prenderanno per prevenire il contagio.

Per quanto riguarda il comparto suino, migliorano le prospettive per i capi da macello e i tagli destinati alle lavorazioni industriali. Resta debole, invece, il listino dell’allevamento. Le taglie intermedie, infatti, sembrano accusare maggiori contraccolpi dall’attuale pesantezza degli ordini da parte degli allevatori.

Il settore avicolo mostra segnali positivi, soprattutto per la fesa di tacchino. L’Ismea osserva che il mercato dei conigli si preannuncia altrettanto dinamico, mentre resta stazionario quello delle uova, con possibili lievi correzioni al rialzo per i calibri medi.

Previsto un andamento piatto per i comparti dei formaggi e delle materie grasse. In alcuni paesi del Nord Europa burro e latte in polvere scremato hanno beneficiato, invece, di lievi aumenti di prezzo, grazie ai ritiri realizzati nell’ambito delle misure d’intervento.

Il quadro mercantile dei cereali ha assunto, in Italia, un andamento più stazionario, mostrando qualche accenno di debolezza solo per il grano duro. Non si esclude un rafforzamento delle quotazioni per il mais, in previsione di una riduzione delle rese fino al 10% e di un’alta percentuale di prodotto contaminato da aflatossine.

 

Foto: Unsplash

redazione