Tra meno di un anno si apriranno le porte di EXPO 2015. Una manifestazione di grande importanza per il nostro Paese che ha il non trascurabile obiettivo di porre sotto la lente di ingrandimento un tema strategico: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Un evento attorno al quale sorgono grandi aspettative, in termini economici e di immagine, di Paesi e di visitatori che vi parteciperanno. Un incontro di civiltà, come viene definito, con quasi 150 Paesi partecipanti espressione di oltre il 90% della popolazione mondiale e una affluenza di decine di milioni di persone. Si tratta pertanto di un evento straordinario che costituisce una importantissima vetrina e una grande opportunità di visibilità e prestigio per l’Italia.
L’occasione costituisce giustamente motivo di orgoglio per un Paese come il nostro, che ha fatto del settore alimentare una bandiera del made in Italy nel Mondo e che avrà l’occasione per ribadire ancora, anche in questa sede, qualità e valore delle sue produzione agro-alimentari. Per questa ragione, è auspicabile che tutte le componenti del settore alimentare italiano, dalla produzione primaria alle industrie di trasformazione, i media e gli opinion leader, i politici e i nostri amministratori di Governo, sappiano dimostrare davvero di saper fare sistema rinunciando a mettere in mostra particolarismi o caratteristiche che rischiano di sviare dal principale obiettivo della manifestazione che è quello di dare il proprio contributo a trovare soluzioni al problema di assicurare cibo a chi vive sul nostro pianeta oggi, ma soprattutto alle nostre future generazioni. Per questa ragione Expo 2015 non è una fiera e non prevede, infatti, attività commerciale di vendita al pubblico, ma è stata concepita come una “esposizione universale” allo scopo di favorire l’incontro di culture e di esigenze diverse ma unite per dare risposte alla sfida di nutrire l’umanità. Ed è per questa ragione che, negli intendimenti di chi l’ha organizzata, Expo 2015 vuole essere ricordata per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione e sulle risorse a livello planetario. Un obiettivo ambizioso in cui il cibo è un bene di tutti e per questo motivo, pur nell’esaltazione delle tradizioni alimentari specifiche di ciascun Paese, la priorità da perseguire è la sua disponibilità e la sua sostenibilità.
L’auspicio è che questo obiettivo non venga dimenticato e che Expo non venga strumentalizzata da alcuni per fini diversi, come si percepisce in modo fin troppo chiaro da molte dichiarazioni che vengono fatte ai media da alcuni – organizzazioni o aziende – che vorrebbero sfruttare la risonanza mediatica di questa manifestazione per interessi propri e che vanno nella direzione opposta agli obiettivi di questo evento. Sarebbe davvero imperdonabile perdere questa occasione, assecondando il proposito di coloro che tentano di strumentalizzare Expo 2015, sminuendola a semplice “fiera di paese” per sfruttarne la cassa di risonanza e per dare visibilità a proprie azioni di marketing per la promozione di prodotti, o di sistemi di produzione, non sostenibili o non in grado oggi, e ancor meno in futuro, di assicurare cibo in quantità sufficiente e accessibile a tutti. Se questa vetrina verrà sfruttata per dare spazio alla promozione di stili alimentari estremi – sì al vegetariano, no alle proteine animali – o per propagandare campagne, come quelle contro o pro l’innovazione in campo agroalimentare – le biotecnologie ma non solo – allora Expo avrà fallito prima di iniziare e il nostro Paese avrà perso un’occasione importante per la sua immagine internazionale. Le straordinarie implicazioni che, un tema come quello di “Nutrire il Pianeta”, pongono per il futuro dell’umanità in termini di benessere, di stabilità sociale e politica e di relazione interne e internazionali tra i vari Stati è una sfida alla quale un Paese come il nostro dovrebbe dare un contributo di valide risposte.
Foto: © Gianni_Fotolia
Giulio Gavino Usai – Assalzoo