Secondo le prime stime di Assalzoo – effettuate sulla base di una indagine condotta tra le ditte associate, che rappresentano circa il 70% della produzione nazionale – nel 2015 la produzione italiana complessiva di alimenti completi e complementari ha registrato una crescita pari al + 1,4% rispetto all’anno precedente. La produzione industriale di mangimi in Italia stimata dall’Associazione passerebbe, pertanto, da 14.090.000 tonnellate del 2014 a 14.286.000 tonnellate nel 2015.
Principali indicatori economici dell’industria mangimistica italiana
(valori in euro correnti negli anni considerati)
Variabili |
Unità di misura |
2013 |
2014 |
2015 (Stime) |
Produzione |
migliaia di tonn. |
14.042 |
14.090 |
14.286 |
Fatturato |
milioni di euro |
7.350 |
6.360 |
5.860 |
Prezzi alla produzione |
variazioni % |
-3,5 |
-13,5 |
– 9,0 |
Costo del lavoro |
variazioni % |
+3,4 |
+1,5 |
+ 1,3 |
Investimenti fissi lordi |
milioni di euro |
95 |
90 |
90 |
Utilizzo impianti |
in % |
60 |
60 |
60 |
Numero di addetti |
unità |
8.500 |
8.500 |
8.500 |
Esportazioni |
milioni di euro |
350 |
480 |
581 |
Importazioni |
milioni di euro |
734 |
774 |
786 |
Saldo commerciale |
milioni di euro |
-384 |
-294 |
-205 |
Fonte: Assalzoo
– un sensibile calo del costo dei mangimi, dovuto sia alla riduzione del prezzo delle principali materie prime – dopo i picchi storici raggiunti nel 2012/2013 – sia ad una riduzione dei margini applicata da molte aziende mangimistiche per sostenere gli allevatori in difficoltà;Le ragioni di questo incremento produttivo – in controtendenza rispetto all’andamento generale dell’industria alimentare nel suo complesso che ha segnato il -0,6% – sono da imputare a vari fattori che interagiscono tra loro:
– i mangimi prodotti dall’industria, garantiscono un’alimentazione bilanciata, con elevati standard di sicurezza e qualità, permettono un elevato grado di efficienza ed evitano sprechi;
– le maggiori economie complessive che il mangime industriale consente di realizzare agli allevatori rispetto ai mangimi autoprodotti presso le aziende di allevamento;
– l’impiego di mangime prodotto dall’industria garantisce un più elevato grado di benessere e salute degli animali allevati.
Fattori che confermano l’importanza del mangime di produzione industriale quale leva per la competitività della nostra zootecnia, alla quale il mangime assicura una maggiore efficienza complessiva e una maggiore sicurezza, che si traducono in un aumento della produttività degli allevamenti.
I costi delle materie prime per mangimi
L’andamento dei prezzi della materie prime pone in evidenza un mercato dominato, a partire dal 2008 fino ad oggi, dall’incertezza e da una forte volatilità. In particolare, nel 2015 le quotazioni delle materie prime utilizzate in alimentazione animale hanno fatto segnare in complesso una riduzione, anche se con alcune eccezioni:
per i cereali nella media dell’anno vi è stato un calo sensibile, con il prezzo del mais arretrato del 10,6%, quello dell’orzo del 5,6% e quello del grano tenero del 4%;
analogo andamento ha riguardato, come logico, anche i derivati dei cereali, (crusche, farine ecc.) con riduzioni comprese tra il – 10% e il – 3,5%;
fortemente differenziato invece l’andamento del prezzo delle materie prime proteiche, con netto ribasso nella media dell’anno per la farina di soia, -12,5%, mentre in aumento risultano la farina di girasole, + 2,1%, ma soprattutto la farina di pesce con un balzo del + 14,4%.
La produzione di mangimi in dettaglio
Con riguardo al dettaglio della produzione mangimistica italiana l’incremento della produzione riguarda quasi tutte le principali specie animali allevate, ad eccezione dei tacchini nel comparto avicolo, dei bovini da latte e dei conigli.
Per i vari comparti la situazione nel 2015 risulta la seguente:
– i mangimi per avicoli crescono in complesso del + 2,3%, confermando la posizione leader nel settore mangimistico nazionale di cui rappresentano il 42,4% del totale. L’incremento è da imputare sia alla maggiore produzione di mangimi per polli da carne (+2,1%), sia soprattutto di quelli per galline ovaiole (+6,3%);
– i mangimi per suini segnano una crescita marcata della produzione pari al 5,6%, che porta questo comparto al secondo posto, scavalcando i mangimi per bovini. Un risultato inaspettato, se si considera che non trova riscontro in un aumento delle consistenze di capi suini, rimaste quasi inalterate, la cui spiegazione va ricercata soprattutto nella difficoltà, per molti allevatori autoproduttori di mangimi, di reperire materie prime idonee dal punto di vista sanitario. In particolare per il mais si riscontrano ormai da anni problemi sempre maggiori, soprattutto a causa della contaminazione da varie tipologie di micotossine – tra le quali deossivalenolo e zearalenone, che ne rendono di fatto impossibile l’impiego per questa specie animale, particolarmente sensibile a tali contaminanti. Ciò ha indotto un maggiore impiego di mangime prodotto dall’industria che, attraverso una serie di severi controlli delle materie prime, è capace di mantenere elevati standard di sicurezza e qualità delle sue produzioni;
– i mangimi per bovini, risultano in calo costante nel loro complesso da alcuni anni e il 2015 non ha purtroppo fatto eccezione. Le difficoltà hanno riguardato sia il comparto da carne – la cui crisi, a partire dal 2010, ha determinato una perdita complessiva dei mangimi di quasi il 20% e che solo dal 2014 hanno segnato il passo interrompendo la forte caduta produttiva – sia il comparto da latte, alle prese con un calo della produzione diventato particolarmente sensibile negli ultimi con quasi l’8% in meno di mangimi prodotti (-3,5% nel solo 2015). Per i bovini da latte pesa in modo particolare la fine del regime delle quote – terminato il 31 marzo 2015 – che sta determinando un vero e proprio corto circuito e che vede in difficoltà non solo le aziende italiane, in ritardo nell’affrontare una necessaria ristrutturazione del settore, ma le aziende da latte di tutta l’Unione Europea che devono fare i conti con un riequilibrio del mercato interno e con l’incapacità di riuscire a mettere in atto una programmazione della produzione. Le conseguenze sono quelle che tutti conosciamo, con prezzi del latte alla stalla in caduta libera, scesi ai minimi storici e lontani anche solo dal coprire i costi di produzione;
– per i mangimi destinati alle altre specie animali si registra una sostanziale stabilità nel loro complesso (+0,2%) ma l’andamento dei mangimi per le varie specie animali che lo compongono vedono nella sostanza una decisa crescita dei mangimi per ovini, per pesci e per equini, mentre una riduzione marcata si registra nei mangimi per conigli che, dopo il picco di produzione raggiunto nel 2007, hanno iniziato una costante riduzione, accumulando in otto anni una perdita in complesso superiore al 30%. Stabile invece la produzione di pet food, per il quale sta pesando la ridotta capacità di spesa delle famiglie interrompendo la tendenza espansiva registrata negli anni precedenti.
Con riferimento al 2016, difficile fare previsioni nel difficile contesto in cui si trova la zootecnia. I primi indicatori inducono a ritenere nel complesso una sostanziale stabilità produttiva, con i mangimi per gli avicoli ancora in crescita, quelli per suini stabili e una riduzione ulteriore dei mangimi per bovini da latte.
La produzione italiana di mangimi nel 2015
(Quantità in migliaia di tonnellate)
MANGIMI
|
Anno 2014 |
Anno 2015 |
% sul totale |
Var. % 2015/2014
|
PRODUZIONE TOTALE Di cui: |
14.090 |
14.286 |
100,0 |
+1,4 |
Volatili di cui: Polli da carne Tacchini Galline ovaiole Altri volatili |
5.936
3.114 1.012 1.750 60 |
6.071
3.175 971 1.864 61 |
42,4
23,0 6,5 13,1 |
+2,3
+2,1 -4,0 +6,3 +1,7 |
Bovini di cui: Vacche da latte Bovini da carne Bufali |
3.402
2.473 825 104 |
3.277
2.349 826 102 |
23,0
16,4 5,8 0,7 |
-3,7
-3,5 +0,1 -1,9
|
Suini |
3.255 |
3.438 |
24,1 |
+5,6 |
Altri di cui: Conigli Ovini Equini Pesci Pet-Food Altri animali |
1.497
464 206 73 125 601 28 |
1.500
422 230 80 138 601 29 |
10,5
3,0 1,6 0,6 1,0 4,2 0,2 |
+0,2
-9,1 +11,7 +9,6 +10,4 = +3,6 |
Fonte: Assalzoo
Produzione europea di mangimi
Secondo prime stime elaborate dalla FEFAC – Federazione Europea dei Fabbricanti di Alimenti Composti per Animali – sulla base dei primi dati raccolti dalle Associazioni nazionali di categoria, nell’Unione Europea a 28 Stati, la produzione industriale di mangimi composti, nel 2015, risulta sostanzialmente stabile, con un lievissimo calo del – 0,3%, passando da 155,8 milioni di tonnellate del 2014 a 155,3 milioni di tonnellate nel 2015.
PAESE |
Anno 2014 (.000 tons) |
Anno 2015 (.000 tons) |
Var. % |
Germania |
24.021 |
23.345 |
-2,8 |
Francia |
21.170 |
21.094 |
-0,4 |
Spagna |
21.595 |
21.998 |
+1,9 |
Regno Unito |
15.456 |
14.787 |
-4,3 |
ITALIA |
14.090 |
14.286 |
+1,4 |
Olanda |
14.118 |
14.221 |
+0,7 |
EU 28 totale |
155.834 |
155.359 |
-0,3 |
Fonte: Fefac
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Giulio Gavino Usai