Secondo le stime Assalzoo – effettuate sulla base dell’indagine condotta tra le ditte associate, che rappresentano oltre il 70% della produzione nazionale – nel 2018 la produzione italiana complessiva di alimenti completi e complementari ha registrato un incremento produttivo con una crescita del +1,7% rispetto all’anno precedente. Pertanto, la produzione industriale di mangimi in Italia stimata dall’Associazione passa da 14.228.000 tonnellate del 2017 a 14.475.000 tonnellate nel 2018. Anche il fatturato del settore mangimistico è cresciuto passando da 6,08 a 6,24 miliardi di euro.
La crescita produttiva è stata generalizzata, sebbene con percentuali maggiori per il settore bovino e suino, mentre un leggero calo produttivo, dopo anni di costante crescita, è stato segnato solo dal comparto avicolo.
Da evidenziare tuttavia che l’incremento produttivo dei mangimi in complesso non è da mettere in relazione a un analogo aumento delle consistenze dei capi allevati, che anzi risultano leggermente diminuite, quanto a un’accresciuta fiducia degli allevatori nell’impiego di mangimi di produzione industriale – rispetto a quelli autoprodotti in azienda – per le molteplici garanzie che questi sono in grado di offrire:
• in un periodo di instabilità sui mercati delle materie prime, con una marcata volatilità dei prezzi, i mangimi consentono un risparmio per gli allevatori che possono beneficiare delle favorevoli economie di scala realizzate dalle industrie mangimistiche;
• permettono di fruire di una crescita continua delle performance realizzate dai mangimi industriali, in termini di rese, sicurezza, salute e benessere degli animali allevati;
• assicurano una razione alimentare bilanciata, consentendo di ottimizzare le risorse e di ridurre gli sprechi.
A ciò si devono aggiungere altri due importanti vantaggi:
• i problemi sanitari riscontrati in molte partite di materie prime, soprattutto di cereali come il mais, determinano disagi sempre maggiori tra gli allevatori che sono soliti ricorrere ai mangimi autoprodotti in azienda, molti dei quali ora preferiscono l’impiego di mangimi prodotti dall’industria caratterizzati, invece, da elevati standard di sicurezza;
• la continua riduzione della produzione nazionale, soprattutto di mais, si traduce in una minore disponibilità per gli allevatori di questa materia prima che in precedenza veniva prodotta in azienda anche per l’impiego diretto, ma che oggi è sempre più scarsa rendendo necessario rimpiazzarla con il mangime prodotto dall’industria.
In sintesi, il mangime di produzione industriale costituisce un’importante leva per la competitività e la sostenibilità della nostra zootecnia, per la produttività degli allevamenti e, non ultimo, per innalzare sempre più la qualità e la sicurezza delle produzioni alimentari.
Andamento dei prezzi delle materie prime
Con particolare riguardo al mercato delle materie prime utilizzate in alimentazione animale va evidenziato che i prezzi, benchè abbiano evidenziato picchi meno accentuati che in passato, mantengono una certa volatilità con un andamento generalmente rialzista:
• per i cereali si è registrato nella media dell’anno un incremento che ha visto in rialzo i prezzi soprattutto dell’orzo (+15,4%), ma anche del grano tenero (+7,3%) e in misura inferiore del mais (+1,3%);
• in aumento molto significativo anche i prezzi dei derivati dei cereali con crescite del 14,2% per le crusche e dell’11,7% per il farinaccio;
• in crescita, nella media d’anno, anche le quotazioni delle materie prime proteiche, con la farina di soia aumentata del +9,5%, quella di girasole del +2,1% e la farina di pesce del +6,2%.
La produzione mangimistica italiana nel dettaglio
Premesso quanto sopra, nel 2018 la produzione italiana di mangimi ha fatto segnare una crescita dell’1,7%, seppure con un andamento differenziato a seconda delle varie specie animali cui sono destinati.
A) Mangimi per l’avicoltura
Complessivamente, nel 2018, sono state prodotte 5.870.000 tonnellate di mangimi per volatili, contro le 5.915.000 tonnellate del 2017, con una conseguente riduzione rispetto all’anno precedente del -0,8%. Il dato negativo è da imputare esclusivamente al comparto dei tacchini, mentre sono risultate in leggerissimo aumento le produzioni di mangimi per le altre specie avicole, cioè polli, galline ovaiole e altri volatili.
Passando all’analisi specifica dei diversi tipi di mangimi per volatili, è da rilevare che:
• per i polli da carne si è registrato un andamento piatto con un +0,2% dovuto a una sostanziale tenuta dei mangimi completi e a un incremento consistente di quelli complementari, che tuttavia nel complesso del comparto hanno un peso molto esiguo. Nel complesso la produzione di alimenti per polli da carne è pertanto passata da 2.935.000 tonnellate del 2017 a 2.940.000 tonnellate del 2018;
• per le galline ovaiole la produzione di mangimi è stata lievemente positiva con un leggero +0,5% da attribuire, anche in questo caso, ai mangimi sia completi che complementari. Pertanto, i mangimi per questa specie avicola sono passati da 1.950.000 tonnellate del 2017 a 1.959.000 tonnellate del 2018. Nel particolare l’incremento ha riguardato soprattutto i mangimi per galline ovaiole da riproduzione e in misura molto inferiore quelle da consumo;
• per i tacchini si è invece registrato un forte calo produttivo che ha portato gli alimenti destinati a questa specie avicola da 973.000 tonnellate del 2017 a 914.000 tonnellate del 2018;
• per gli altri volatili si è assistito a una stabilità produttiva sebbene sia da segnalare, all’interno delle specie minori, un buon incremento degli alimenti per faraone.
B) Mangimi per l’allevamento bovino
La produzione di alimenti per bovini, dopo un risultato modestamente positivo segnato nel 2017, ha mostrato un forte rialzo produttivo nel 2018 che ha portato a una crescita della produzione complessiva del +4,6%. L’andamento positivo ha riguardato tutte le specie animali, sia da latte che da carne che i bufali.
A seguito di quanto sopra la produzione complessiva di mangimi per bovini è passata da 3.250.000 tonnellate del 2017 a 3.339.000 tonnellate del 2018.
Il dettaglio della produzione di alimenti destinati ai bovini pone, pertanto, in evidenza che:
• gli alimenti per vacche da latte passano da 2.370.000 tonnellate del 2017 a 2.480.000 tonnellate del 2018, con un netto incremento del +4,6%;
• i mangimi per bovini da carne segnano un analogo andamento con una crescita produttiva del +4,1%, che li ha portati dalle 755.000 tonnellate del 2017 alle 786.000 tonnellate del 2018;
• per quanto riguarda la produzione di mangimi per bufali, si confermano per il terzo anno consecutivo le ottime performance di questo comparto in rialzo del +6,4%, il che porta i mangimi per questa specie animale da 125.000 tonnellate del 2017 a 133.000 tonnellate nell’anno appena trascorso.
C) Mangimi per l’allevamento suino
Nel 2018 i mangimi per l’allevamento suino hanno fatto registrare un andamento positivo con una crescita del +3,5%. La crescita dei mangimi è avvenuta non tanto per un incremento delle consistenze, che anzi si sono ridotte, ma per la tendenza confermata da qualche anno a un maggiore ricorso da parte degli allevatori ai mangimi di produzione industriale rispetto a quelli di autoproduzione aziendale. Tra i vantaggi dell’impiego di mangime prodotto dall’industria, oltre quello delle maggiori performance in termini sia di resa che di sicurezza, c’è stata la possibilità di riuscire a evitare i problemi che derivano agli allevatori dall’impiego – direttamente in allevamento – di materie di produzione nazionale, soprattutto di mais, che possono presentare problemi igienico-sanitari a causa della presenza di micotossine. Altro aspetto che ha pesato è stata una drastica riduzione della disponibilità, in particolare di mais, che ne rende difficile il reperimento, preferendo così il ricorso al mangime prodotto dall’industria.
Il totale dei mangimi composti prodotti per i suini sono, pertanto, passati da 3.605.000 tonnellate del 2017 a 3.399.000 tonnellate del 2018.
Da un’analisi più dettagliata effettuata sulla base dei dati raccolti dall’Associazione l’incremento della produzione, che ha riguardato i mangimi destinati a tutte le categorie di peso degli animali, è imputabile alla maggior produzione di alimenti completi, mentre una riduzione ha invece interessato i mangimi complementari.
D) Mangimi per altri animali
Anche l’analisi del comparto relativo agli alimenti per altri animali pone in evidenza per il 2018 una generale crescita (+1,5%) con l’eccezione del comparto cunicolo in ulteriore forte flessione.
Nel dettaglio la situazione al 2018 appare la seguente:
• in ulteriore, marcata riduzione anche nell’anno passato i mangimi destinati ai conigli (-5,3%) che passano, pertanto, da 398.000 tonnellate a 377.000 tonnellate;
• In forte crescita i mangimi destinati al comparto ovi-caprino che con 301.000 tonnellate, rispetto alle 275.000 dell’anno precedente, registrano un aumento del + 9,5% (dopo il +4,9% registrato nel 2017);
• in costante crescita da alcuni anni, si conferma il trend positivo degli alimenti destinati all’acquacoltura che, con un incremento del 5%, raggiungono le 146.000 tonnellate;
• buona anche la produzione di alimenti per equini che aumentano del +5,3% con 79.000 tonnellate;
• in calo la produzione di alimenti destinati ad altri animali del -1,2%;
• infine, sostanzialmente stabile la produzione di alimenti per cani e gatti, che consolidano il livello produttivo con +0,4% e una produzione di 490.000 tonnellate.
Produzione Ue di mangimi composti
In base all’elaborazione dei dati forniti dalle Associazioni nazionali che aderiscono a FEFAC – Federazione Europea dei Fabbricanti di Alimenti Composti per Animali – nell’Unione Europea a 28 Stati la produzione industriale di mangimi composti destinati ad animali da allevamento (escluso pertanto il Pet food) nel 2018 dovrebbe essere cresciuta dell’1,8%, passando da 160,4 milioni di tonnellate del 2017 a 163,3 milioni di tonnellate nel 2018. Tra i principali Paesi produttori si evidenziano andamenti differenziati della produzione: di segno negativo la Germania (-1,0%) e l’Olanda (-0,6%), positivo invece l’andamento di Italia (+2,2%), Spagna (+1,8%), Francia (+ 0,9%), Regno Unito (+3,3%) e Polonia (+5,5%). Da notare che la somma delle produzioni di questi sette Paesi insieme rappresenta il 77% di quella realizzata complessivamente nell’UE a 28 Stati. Nel dettaglio dei mangimi, con riferimento alle principali categorie di animali si registra una crescita della produzione dei mangimi destinati sia agli avicoli (+1,7%), sia ai bovini (+3,8%), sia agli altri animali (+2,4%), mentre sono risultati stazionari quelli per suini (-0,1%). Da notare che nel panorama europeo l’Italia con i suoi 14,5 milioni di tonnellate si situa al sesto posto tra i maggiori Paesi produttori subito dopo la Germania (23,8 mio/tonn), la Spagna (22,7 mio/tonn), la Francia (20,8 mio/tonn), il Regno Unito (16,8 mio/tonn), l’Olanda (14,9 mio/tonn) e subito prima della Polonia (11,6 mio/tnn).
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Giulio Gavino Usai