In futuro mangimi potrebbero arricchirsi di un nuovo ingrediente: le alghe. E’ quanto suggerito da una serie di studi condotti dai ricercatori dell’Università del Texas di Austin (Stati Uniti), secondo cui è teoricamente possibile produrre a partire dai combustibili a base di alghe 500 volte più energia di quanta ne sia necessaria per produrre i combustibili stessi e, allo stesso tempo, recuperare prodotti di scarto da utilizzare proprio nell’alimentazione animale.
A trarne beneficio da questa nuova fonte di energia non sarebbero solo gli allevatori, ma anche il settore dei fertilizzanti e le industrie alimentari e farmaceutiche. Il vero limite attuale è riuscire a mettere a punto un sistema per produrre a basso costo la massa di alghe necessaria per ricavare l’energia. Tuttavia, Michael Webber, coautore delle ricerche, ha spiegato che i risultati ottenuti fino ad oggi “sono fondamentali nell’ambito della politica pubblica. Dato che cerchiamo di mantenere in bilancio l’uso di energia e di acqua per il nostro futuro, è importante basare le nostre decisioni su quali tecnologie ci permetteranno di fare e a quali costi. Altrimenti rischiamo serie conseguenza negative sulla nostra qualità di vita”.
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Silvia Soligon