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L’orzo è il cereale ideale per i ruminanti, basta lavorarlo correttamente

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Le proprietà nutrizionali dell’orzo lo rendono un vero e proprio tesoro per gli allevatori. A sottolineare i vantaggi del suo impiego a scopo mangimistico è uno studio pubblicato sul Journal of Animal Science and Biotechnology in cui Akbar Nikkhah, esperto della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Zanjan (Iran), ha evidenziato che, se lavorato in modo corretto, può fornire ai ruminanti una maggiore quantità di proteine rispetto al frumento. Non solo, il tasso di fermentazione dell’amido più elevato, tipico di questo cereale, permette di fornire energia e azoto in modo più sincrono, migliorando, così, l’assimilazione dei nutrienti da parte dei microbi presenti nell’apparato digerente degli animali e riducendo la perdita di nutrienti con le feci.

 

Tuttavia, secondo Nikkhah per poter sfruttare queste caratteristiche dell’orzo è necessario mantenere l’acidità del rumine ad un pH compreso tra 5,8 e 6,0. Infatti a valori di pH inferiori le endotossine prodotte dai microbi scatenano una risposta infiammatoria che può indebolire il sistema immunitario dell’animale e ridurne le aspettative di vita.

 

La tecnica di lavorazione ideale per migliorare l’efficacia nutrizionale dell’orzo è quella basata sulla cottura al vapore seguita dalla laminazione, processi che migliorano anche la digeribilità dell’amido dopo il passaggio del mangime nel rumine. Con queste caratteristiche, l’orzo, che contiene più proteine e più metionina, lisina, cisteina e triptofano rispetto al mais ed è il cereale più facilmente degradabile dopo avena e frumento, è una miniera di ricchezze sia per gli animali in quanto tali, sia per l’economia degli allevamenti e l’ambiente.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon