Produrre carburanti dalla canna da zucchero fa bene due volte al pianeta: perché riduce sensibilmente le emissioni di anidride carbonica – che verrebbero altrimenti emesse se si usasse la benzina come combustibile – e perché l’espansione della coltura della particolare pianta è in grado di rinfrescare le temperature dei luoghi in cui viene coltivata. A sostenerlo è uno studio pubblicato su Nature Climate Change da un gruppo di ricercatori del Carnegie Institution’s Department of Global Ecology di Stanford (California, Usa) guidati da Scott Loarie.
Lo studio è stato condotto in Brasile: “Abbiamo scoperto – spiega Loarie – che il passaggio dalla vegetazione naturale a colture o pascoli causa riscaldamento locale perché le piante rilasciano meno acqua. Ma i bambù come la canna da zucchero rilasciano più acqua, in modo simile alla vegetazione naturale”.
Gli scienziati hanno scoperto che la conversione dalla vegetazione naturale al pascolo causa, in media, un riscaldamento locale di 1,55° Celsius (2,79 ° F), e che la successiva conversione a canna da zucchero è stata in grado di raffreddare, in media, l’aria circostante di 0,93° Celsius (1,67 ° F). I ricercatori sottolineano che gli effetti benefici sul clima sono rilevabili esclusivamente quando la canna da zucchero è coltivata in zone precedentemente occupate da colture o pascoli, e non nelle aree convertite da vegetazione naturale.
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Miriam Cesta