In termini di scarti la filiera della carne è quella più virtuosa. Lo conferma una ricerca presentata al salone dell’alimentazione Nutrimi a Milano che riporta la percentuale di cibo commestibile che viene buttato nei Paesi europei. A vincere, su tutti gli altri settori alimentari, è proprio il comparto carne. Misurando il cosiddetto food losses e food waste, la parte “persa” e la parte “scartata”, la carne ha un indice inferiore a frutta, verdura e cereali. A confronto la carne “spreca” per il 13%, contro il 37% di frutta e verdura, 18% di cereali e addirittura 51% dei prodotti radici e tuberi.
Nel dettaglio, si chiama food losses la parte di cibo commestibile che viene “persa” lungo la filiera, food waste è invece il “rifiuto” generato dopo la commercializzazione. “La produzione di scarti – scrivono i ricercatori – dovuto al consumo di carne è prevalentemente associata alla fase finale, cioè al comportamento del venditore e del fruitore del prodotto”. Accanto agli aspetti economici c’è sicuramente la componente etica, rafforzata dal prezzo superiore agli altri prodotti alimentari e dal rispetto per l’origine animale del prodotto. Valorizzare la consapevolezza del consumatore rispetto a un eventuale spreco di risorse alimentari di cui altre popolazioni sono prive e carenti risulta un’azione, secondo lo studio, in grado di rafforzare l’immagine della filiera anche in relazione agli altri settori.
Foto: Pixabay
Cosimo Colasanto