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La ricchezza del Pianeta è «verde». La Festa delle piante nel segno della ricerca

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Il primo Fascination of Plants Day è stato celebrato in 39 nazioni. In Italia è stato promosso da It-Plants Italia con un convegno in Senato. L’appello degli scienziati: “Aiutare la ricerca ora”


“La popolazione mondiale è destinata ad aumentare, ma le terre arabili e le risorse restano sempre le stesse. Dobbiamo utilizzare la buona ricerca che già si fa in oggi Italia per aumentare la produzione e dare una risposta al miliardo di persone malnutrite nel mondo, destinate a crescere drammaticamente”. A dirlo Silvio Ferrari, presidente di It-Plants, che ha aperto così, lo scorso 18 maggio, il convegno dedicato al primo Fascination of Plants Day, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica. “Stimolare la ricerca sui vegetali, darle maggiori risorse e opportunità, significa moltiplicare le possibilità di scelta per i consumatori e sostenere la competitività del sistema-Paese”, ha ricordato Ferrari introducento i lavori dell’evento promosso a livello internazionale dall’Epso, l’European Plant Science Organization, e celebrato in contemporanea in 39 nazioni con lo scopo di sensibilizzare i cittadini al fascino delle piante e sottolinearne il ruolo centrale per l’uomo.

Dibattiti, visite negli orti botanici, mostre didattiche: in Italia sono state decine gli appuntamenti dedicati all’affascinante mondo del “verde”. A coordinare gli eventi nel nostro Paese è stata It-Plants Italia “Plants for the future”, la piattaforma tecnologica che promuove la ricerca cercando di dare nuova “linfa” alle filiere agroalimentare e agroindustriale e a cui aderiscono istituti universitari, Enti di Ricerca nazionali, associazioni tra produttori e industria.



Il “gap” della Ricerca
“Le produzioni agroalimentari e agroindustriali italiane dipendono per oltre il 50% dall’importazione di materie prime vegetali dall’estero”, ha sottolineato Ferrari. Un “gap” che è ulteriormente allargato dal modesto investimento in Ricerca del nostro Paese, pari all’1% del Pil, che colloca l’Italia non solo dietro a Francia, Germania e Regno Unito, la cui spesa va dal 2 al 2,5% del Pil, ma anche ben al di sotto della media europea (1,93%). Dati che fotografano il ritardo che l’economia nazionale sta accumulando nei confronti del mondo dell’agricoltura e delle piante.

“Per diminuire questa dipendenza dalle importazioni e per alleviare la spesa per l’alimentazione, pari al 19% del bilancio delle famiglie italiane, è indispensabile investire in ricerca ed innovazione – ha spiegato Roberto Tuberosa, coordinatore scientifico di It-Plants e professore ordinario di Genetica Agraria dell’Università di Bologna – per aumentare la produttività delle principali colture e per valorizzare le peculiarità e la qualità dei prodotti alla base del successo del ‘Made in Italy’ agroalimentare”. In gioco c’è anche la crescita del Paese e nuove possibilità per uscire fuori dalla crisi economica. “La ricerca e l’innovazione potranno accrescere la redditività delle aziende agricole, presupposto imprescindibile per incoraggiare i giovani – conclude Tuberosa – ad inserirsi in un comparto che conta 850.000 addetti e vale 27,8 miliardi di euro, in cui la crescente competitività a livello internazionale assottiglia sempre più i margini produttivi”.



Carenza idrica problema numero uno
La fragilità del sistema è ancora fortemente sottoposta alle oscillazioni del mercato e dei prezzi. “L’Italia fa un’ottima ricerca, ma investe troppo poco nella ricerca di base in Biologia Vegetale rispetto ad altre nazioni europee – ha ricordato Martin Kater, coordinatore del Fascination of Plants Day -. L’Epso) ha lanciato questa giornata internazionale perché i ricercatori hanno bisogno di attenzione”.

Tra le emergenze mondiali nel campo dell’agricoltura c’è sicuramente la scarsità d’acqua. Entro il 2050 il fabbisogno mondiale raddoppierà e due terzi della popolazione avranno problemi di approvvigionamento. “La carenza idrica è il problema numero uno dell’agricoltura nel ventunesimo secolo. Selezionare piante più resistenti alla siccità è forse la sfida più difficile e importante per l’agricoltura dei prossimi anni – ha continuato Tuberosa – vista la carenza idrica che assedia numerose regioni e la maggiore frequenza di episodi di siccità a seguito del surriscaldamento del Pianeta”.



Una prospettiva “glocal”
La “Food security” sarà anche il tema centrale dell’Expo che si terrà a Milano nel 2015. Nei prossimi 30 anni, infatti, l’agricoltura dovrà produrre più cibo, più fibre e più biomasse per sopperire ai fabbisogni di 9 miliardi di persone.

è quindi evidente che anche in Italia l’agricoltura avrà un ruolo di crescente importanza, soprattutto considerando il ruolo delle materie prime vegetali che non sono solo risorsa indispensabile nelle filiere agroalimentare ed agroindustriale per la produzione di cibo destinato agli uomini e agli animali, ma anche fonte per i preziosi prodotti non alimentari che provengono dalle piante come carta, legno, composti chimici, energia e farmaci.

“Dobbiamo confrontarci con due temi di fondamentale importanza – ha sottolineato Paolo Russo, Presidente della Comissione Agricoltura della Camera dei Deputati -. Da una parte c’è la distintività che caratterizza i nostri territori e le nostre produzioni. Dall’altra c’è una straordinaria capacità di fare ricerca pubblica. La risposta della politica deve essere quella di dare una cornice di carattere etico, superando nei confronti di queste tematiche i pregiudizi ideologici”.

Secondo la Fao (Food and Agriculture Organization) sarà necessario incrementare del 70% la produzione agricola, obiettivo che dovrà essere raggiunto in un contesto agricolo globale in cui la disponibilità di nuovi terreni coltivabili e di risorse naturali va diminuendo.

“Il nostro Pianeta è a una svolta, che può essere compiuta solo nel segno di un’assunzione di responsabilità – ha affermato monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze durante l’incontro -. Garantire la produzione delle materie prime fondamentali per l’alimentazione, rispettando l’equilibrio ambientale, energia e acqua è la grande sfida che l’uomo è chiamato ad affrontare nei prossimi anni”.

Cosimo Colasanto