Home Economia “La semplicità è eccellenza:ecco le nostre risorse per il futuro”

“La semplicità è eccellenza:ecco le nostre risorse per il futuro”

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Basi solide e progetti a medio termine “che saranno realizzati con caparbietà”. Non nasconde la profonda commozione per la perdita di un imprenditore di valore per tutto il settore della mangimistica italiana come Massimo Ferrero, ma “soprattutto per l’amico di una vita”, Piero Bighignoli, Amministratore Delegato della Ferrero Mangimi. Adesso assicurare la continuità aziendale, ma tenere il motore dell’azienda in movimento e proiettato verso il futuro sono i segnali forti che arrivano dal quartier generale dell’azienda a Farigliano.     Dottor Bighignoli, partiamo dagli impegni aziendali.

Quali sono i prossimi?  

La continuità aziendale in questo momento particolare è  la priorità e con continuità non intendo attesa o stallo, ma la realizzazione di tutti i progetti che sono stati pianificati. Abbiamo fatto investimenti importanti e li porteremo avanti con caparbietà. Il principale, di cui andiamo fieri, è il consistente investimento da 5 milioni di euro sullo stabilimento di Fossano, iniziato nel 2011 e terminato ai primi del 2013, che ha consentito un salto in avanti con strutture e sistemi innovativi grazie ai quali abbiamo introdotto la produzione di Premix e di mangimi per suinetti.  Abbiamo fatto questo investimento per ottimizzare e migliorare la qualità e l’eccellenza del prodotto. Siamo orgogliosi di avere adesso uno stabilimento tra quelli più all’avanguardia in Italia sotto il profilo tecnologico.    

Presidiate alcuni settori zootecnici. Con quali caratteri distintivi?  

Produciamo per il settore ruminanti e suinicolo. C’è anche il cunicolo, con dimensioni sicuramente inferiori agli altri segmenti. Abbiamo scelto per storia e vocazione di essere sul mercato con tutta la produzione e questo ovviamente comporta una sensibilità e un’attenzione alle necessità della clientela ancora più spiccate.    

L’attuale congiuntura economica come ha cambiato il modo di fare impresa nella filiera?  

Ovviamente la crisi economica ha spinto decisamente verso un cambio di passo. Ha determinato la consapevolezza che le cose sono cambiate e vanno affrontate in modo diverso e ha sicuramente reso più complessi e delicati i rapporti con la clientela. D’altra parte siamo consapevoli che gli allevatori hanno subito in maniera rilevante questa stagione fatta di rialzi e di vere speculazioni finanziarie e questo ci ha spinti ad intraprendere un percorso virtuoso nei rapporti di solvenza dei clienti. È stato necessario un’azione di supporto e la messa in campo di sistemi che permettessero all’allevatore di essere affidabile, perché  l’affidabilità dell’allevatore vuol dire per l’azienda affidabilità  economica.    

Come valuta, in questo senso, l’articolo 62?  

L’articolo 62 è stato un fattore decisamente positivo. Sta contribuendo a creare una cultura del rispetto dei tempi di pagamento, che in Italia, non è molto radicata. L’articolo 62 non è la soluzione a tutti i problemi, sappiamo che non è la panacea per tutto, ma concorre a fare entrare nelle abitudini commerciali un’esigenza basilare e strategica per i tempi futuri.    

Punti critici e soluzioni per il settore: quali secondo lei?  

Oggi per l’impresa mangimistica il problema rilevante è la redditività  del settore. Operiamo in un settore con margini molto bassi e con una grande concorrenzialità. Quindi da una parte abbiamo la necessità  di una gestione assolutamente attenta dei costi, anche considerati i molti balzelli che ci vengono imposti non solo nei trasporti e nell’energia, dall’altro dobbiamo valorizzare al massimo le risorse aziendali. Il nostro vero valore aggiunto è la cultura aziendale, è tutto quello che sta dietro e prima del prodotto finito che arriva sul mercato. Un prodotto di eccellenza ci permette di essere dei partner affidabili per il cliente.    

In che modo la guida di Massimo Ferrero ha caratterizzato il Dna dell’azienda?  

Sono convinto che l’impronta lasciata da Massimo Ferrero nel Dna dell’azienda sia profonda e si legga nell’efficienza e nell’efficacia del lavoro contraddistinto dalla semplicità. Queste erano caratteristiche personali di Massimo Ferrero, che fanno parte della cultura piemontese. E questa impostazione deve restare la linea guida per il futuro dell’azienda: restare con i piedi per terra, operare con pragmatismo e continuità. Ecco, Massimo Ferrero ci ha insegnato che sono le piccole cose che fanno grande un’azienda.

Cosimo Colasanto