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La sostenibilità economica della carne: un paper scientifico per potenziare gli investimenti

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allevamento bovini

La carne, oltre a essere una fonte preziosa di nutrienti, costituisce circa il 40% del PIL agricolo mondiale, e contribuisce in modo significativo al benessere economico e sociale. Secondo il paper “Affordability of meat for global consumers and the need to sustain investment capacity for livestock farmers” (Animal Frontiers, Oxford Academic) citato dalla European Feed Manufacturers’ Federation (FEFAC), la Federazione Europea dei Produttori di Mangimi, l’agricoltura zootecnica rappresenta un pilastro fondamentale per il sistema alimentare globale, con implicazioni economiche, sociali e culturali di rilevanza internazionale.

In molte aree, soprattutto in Africa e Asia meridionale, gli animali da allevamento sono una delle principali forme di capitale privato, fungendo anche da garanzia per prestiti e assicurazioni, mentre sotto il profilo della salute e della sicurezza alimentare, la carne offre proteine facilmente assorbibili e altri nutrienti essenziali.

Nel 2017, il 37% della popolazione mondiale, pari a circa 3 miliardi di persone, non riusciva ad accedere a un pasto sano ogni giorno, con la maggior parte di questi individui provenienti da paesi a basso reddito e, secondo alcune stime, il divario proteico potrebbe necessitare di un aumento della produzione di carne fino all’80% entro il 2050, con previsioni che suggeriscono un incremento della domanda di proteine che potrebbe variare tra il 20% e il 150%. Tuttavia, la sua disponibilità a livello globale per soddisfare le necessità alimentari del futuro è un tema poco dibattuto ma con la popolazione globale destinata a raggiungere i 10 miliardi di persone entro il 2050, principalmente in regioni a basso reddito, il divario di accesso a cibi nutrienti è destinato ad ampliarsi.

La pandemia di COVID-19, la crisi in Ucraina e l’inflazione globale hanno sicuramente aggravato una situazione già complicata e nelle aree più critiche i cibi proteici sono spesso troppo costosi, mentre alternative come legumi e frutta secca, seppur economiche, presentano sfide in termini di preparazione, conservazione e completezza nutrizionale, aspetto che la carne, ricca di nutrienti, riesce a compensare.

Gli allevamenti, adattandosi a una varietà di ecosistemi, rappresentano una soluzione interessante per garantire la sicurezza alimentare anche in contesti dove l’agricoltura è più complessa: in questo senso però aumentare la produzione di carne risulta fondamentale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove il debito, le istituzioni deboli e i mercati non sviluppati ostacolano gli investimenti. Secondo il paper, è necessario incentivare gli investimenti nell’allevamento, promuovendo l’adozione di tecnologie avanzate nella genetica, nell’alimentazione e nella gestione delle risorse. Politiche che, secondo gli esperti, migliorerebbero non solo la performance degli allevamenti, ma creerebbero anche opportunità economiche, rafforzando la sostenibilità e la sicurezza alimentare a livello globale.