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Latte e formaggi, aumentano i prezzi. L’influenza della Cina e della fine dei lockdown

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Autunno “caldo” per il mercato lattiero caseario mondiale. Secondo i dati dell’Osservatorio del mercato del latte della Commissione Europea, il rialzo dei listini continua a interessare le principali piazze di scambio europee. Anche in Oceania e negli Stati Uniti si osserva una generalizzata spinta verso l’alto dei prezzi. 

Molteplici i fattori in gioco a livello globale, secondo quanto descritto dal nuovo report Ismea. Da una parte l’aumento della domanda sia dalla Cina sia dalla ripresa dei consumi fuori casa. A ciò si aggiunge la fiammata sui mercati delle materie prime per l’alimentazione degli animali che impattano sulla rese produttive e sulla redditività degli allevamenti.

La variazione dei prezzi

Sul mercato comunitario le variazioni più accentuate si registrano per i prezzi del burro e del latte scremato in polvere. In particolare, per il burro è stata nuovamente superata la soglia dei 4.000 €/t nel mese di settembre, facendo registrare un aumento del 18% rispetto a dodici mesi fa. La maggiore richiesta di materie grasse ha indirizzato i trasformatori europei verso una significativa contrazione della produzione di latte intero in polvere. Anche perché, nonostante la forte domanda proveniente dal mercato mondiale, il prodotto comunitario quotato sui 3.300 €/t nel mese di settembre risulta meno competitivo di quello neozelandese.

Per le polveri magre, dopo una lieve flessione registrata nel corso dell’estate, i listini hanno ripreso a salire. Superata sul mercato tedesco la soglia di 2.650 €/t nel mese di settembre con una variazione del +21% rispetto a un anno fa. La domanda mondiale è molto sostenuta. Le importazioni cinesi sono complessivamente aumentate di oltre il 45% nel periodo gennaio-luglio 2021, ma il prodotto comunitario risente della concorrenza USA.

Ben orientato, infine, anche il mercato europeo dei formaggi, in particolare dei prodotti principalmente  destinati ai Paesi terzi. Sui principali centri di scambio tedeschi, infatti, i prezzi dell’Edamer si sono  mediamente attestati sui 3.320 €/t a settembre, risultando più alti sia rispetto allo stesso mese del 2020 (+5,1%) sia rispetto a due anni fa.

Prezzi dei prodotti lattiero caseari in alcuni mercati UE di riferimento

Gli aumenti dei listini dei prodotti lattiero-caseari hanno sostenuto anche il prezzo del latte alla stalla nell’UE. I prezzi si sono mediamente attestati a 37,2 €/100kg nel periodo gennaio-luglio 2021 (+0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Le consegne di latte nell’UE sono rimaste sostanzialmente stabili nei primi sette mesi del 2021. Gli andamenti registrati trai Paesi produttori non sono però uniformi: -1,6% Germania, -1,3% Francia, -1,9% Paesi Bassi, -0,6% Danimarca, +3,0% Italia, +6,4% Irlanda, +0,3% Polonia. Secondo le previsioni della Commissione UE1, il 2021 dovrebbe chiudersi con un +0,3% della produzione di latte rispetto al 2020.

Consegne mensili di latte vaccino nell’UE-27 (escluso UK) e dinamiche nei principali Paesi

La stabilità registrata nell’UE ha contribuito a bilanciare l’offerta mondiale di latte considerando gli incrementi realizzati negli Stati Uniti (+2,2% nel periodo gennaio-agosto 2021), grazie a una mandria e  a rese produttive in crescita, e in Nuova Zelanda (+4,1% periodo gennaio-agosto 2021). La domanda mondiale continua a essere dinamica nel corso del 2021, grazie al graduale allentamento delle misure restrittive anti-Covid e le progressive riaperture del food-service. 

In particolare, la Cina si conferma il primo importatore mondiale di prodotti lattiero caseari con un grande balzo in avanti nei primi sette mesi del 2021 per i volumi acquistati di latte in polvere (rispettivamente +45% per lo scremato e +34% per quello intero), siero in polvere (+37%), burro (+23%) e formaggi (+44%). Lo slancio della domanda cinese ha avuto un impatto significativo sulle esportazioni comunitarie facendo registrare una variazione positiva a due cifre soprattutto per le principali commodity.

Cina: importazioni totali di prodotti lattiero caseari

Ancora, la Cina si conferma il principale mercato di esportazione dell’UE per il latte scremato in polvere, con un aumento delle spedizioni del +26% nei primi sette mesi del 2021. Le spedizioni di polveri magre UE sono aumentate anche in Indonesia, Filippine e Yemen, mentre sono diminuite in Algeria e Nigeria. L’aumento dei prezzi del prodotto comunitario, infatti, ne ha ostacolato la competitività portando in negativo la variazione complessiva dell’export rispetto al periodo gennaio-luglio del 2020 (-4%).

Anche per il burro, il forte aumento delle quotazioni del prodotto UE ha indotto i mercati più sensibili ai  prezzi – in particolare Africa e alcuni Paesi asiatici – a contrarre i propri acquisti. Si è così contribuito ad un calo delle esportazioni che, dopo il record dello scorso anno, hanno evidenziato un -20% nei primi sette mesi del 2021.

UE-27: esportazioni di prodotti lattiero caseari verso i Paesi esteri (escluso UK)

L’UE conferma la propria leadership nel mercato mondiale dei formaggi. La crescita è sostenuta delle  esportazioni (+6,0% nei primi sette mesi del 2021), e le perdite registrate in alcuni mercati strategici come UK e Giappone sono state abbondantemente compensate dalla ripresa dei flussi diretti verso USA, Svizzera e Cina. Nei prossimi mesi il trend dell’export potrebbe rimanere positivo, soprattutto verso USA e Cina. Secondo le stime della Commissione, dovrebbe tradursi a fine anno in un aumento della produzione di formaggi di circa l’1%.

Prezzi medi all’origine di latte e derivati

A dispetto delle variazioni registrate per i prodotti trasformati, il prezzo del latte alla stalla si è mediamente attestato a 37,3 €/100 litri (esclusi premi) nel periodo gennaio-agosto 2021. Registrato dunque un recupero lieve rispetto allo stesso periodo del 2020 (+1,7%, pari a circa 60 cent/100 litri).  La dinamica alla stalla risente della crescita della produzione nazionale di latte. Le consegne sono, infatti, ulteriormente aumentate di oltre il 3% secondo i dati Agea riferiti ai primi sette mesi del 2021. Con il superamento di oltre 12 milioni di tonnellate l’Italia si avvia verso l’autosufficienza che potrebbe essere raggiunta nell’arco dei prossimi quattro-cinque anni.

Foto: ©minadezhda_Fotolia