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Lettera aperta al ministro Cingolani su “Carne dannosa e allevamenti inquinanti”

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A seguito delle recenti dichiarazioni del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in merito all’impatto ambientale della produzione di carne, pubblichiamo la lettera firmata da Giuseppe Bertoni, professore emerito di Zootecnia Speciale e presidente dell’Associazione Ricercatori Nutrizione e Alimenti, diffusa lo scorso 5 marzo e indirizzata al ministro stesso.

Non abbiamo ancora superato i due anni da quando – in risposta al mio commento (La salute vale quanto la sostenibilità del pianeta) a un Suo precedente articolo – mi era giunta la seguente risposta da parte del Prof. Roberto Cingolani (unitamente a Prof. Paolo Vineis e Prof. Luca Carra) su Scienza in rete del 8 luglio 2019: “Ringraziamo il dottor Bertoni per la dettagliata analisi dei nostri articoli sui co-benefici sanitari e climatici degli interventi in agricoltura. Crediamo che da un dialogo tra diverse competenze non possa che originare un maggiore affinamento delle proposte tecniche e politiche. Le conclusioni cui giunge Bertoni sono largamente compatibili con le nostre, dal momento che non proponiamo una svolta vegetariana ma una riduzione del consumo di carne.”

Risposta che ho da subito apprezzato perché indice della capacità di sapersi confrontare con le conoscenze altrui per adattare le proprie riconoscendo, laddove possibile, la giustezza delle prime.

Grande è stata dunque per me la sorpresa nel leggere, su Sole 24 Ore del 4 marzo (a firma Giorgio dell’Orefice), quanto segue: “L’agricoltura intensiva pone problemi – ha spiegato Cingolani –: ci ha consentito di vivere più a lungo ma ha comportato una notevole alterazione dell’ecosistema. La soluzione non è fermare il progresso, ma neppure fare quello che si vuole». «Sappiamo – ha aggiunto Cingolani – che chi mangia troppa carne subisce degli impatti sulla salute, allora si dovrebbe diminuire la quantità di proteine animali sostituendole con quelle vegetali. D’altro canto, la proteina animale richiede sei volte l’acqua della proteina vegetale, a parità di quantità, e allevamenti intensivi producono il 20% della CO2 emessa a livello globale. Modificando la nostra dieta, avremo invece un co-beneficio: miglioreremmo la salute pubblica, riducendo al tempo stesso l’uso di acqua e la produzione di CO2».

A questo punto ritengo doveroso e per il bene di tutti – bene che gli italiani ritengono essere uno dei principali obiettivi del Governo Draghi – richiamare il Ministro Cingolani che di tale Governo fa parte a:

– Quanto da Lui affermato l’8 luglio 2019: “Crediamo che da un dialogo tra diverse competenze non possa che originare un maggiore affinamento delle proposte tecniche e politiche.”

– Quanto da Lui ugualmente affermato nella medesima occasione: “Le conclusioni cui giunge Bertoni sono largamente compatibili con le nostre, dal momento che non proponiamo una svolta vegetariana ma una riduzione del consumo di carne.”

– Quanto emerge dalle voci scientifiche e non “ambientaliste”, cioè che l’agricoltura intensiva non è il problema per il pianeta, ma la soluzione dei suoi problemi in quanto – a parità di prodotto (ed è quello che mangiamo ad interessare) – consente di ridurre la superficie occupata e le emissioni di gas serra. Per correttezza aggiungerò che si dovrà sempre più parlare – come fa la FAO – di agricoltura intensiva sostenibile che è possibile e così si riducono anche varie fonti di inquinamento chimico.

Grazie Signor Ministro, se vorrà considerare questi suggerimenti (che in parte sono Suoi), noi contiamo molto sulla competenza e per il mondo agricolo vorremmo si affidasse a chi lo conosce (fra l’altro vi sono oltre 20 Facoltà di Scienze Agrarie o similari); così come contiamo su un approccio serio e competente, ma graduale, ai mutamenti green al pari di quanto ci auguriamo farà per la transizione energetica.

Giuseppe Bertoni

11-03-2021