Dopo aver pubblicato le Linee Guida 2021 per l’approvvigionamento della soia, Fefac, la Federazione tra i Produttori europei di mangimi, si è dotata di una scheda informativa per permettere agli utenti di orientarsi meglio tra gli elementi chiave della pubblicazione. Questa punta a essere un metodo di valutazione avanzato degli standard per la certificazione della coltivazione di soia, fra le principali materie prime del settore mangimistico. Approvate per la prima volta nel 2015, le nuove linee guida perseguono l’obiettivo contenuto nel Green Deal europeo di ridurre la deforestazione.
Parola d’ordine: lotta alla deforestazione
La versione rinnovata si compone di sei principi essenziali e quattordici nuovi criteri. Al primo punto c’è la lotta alle deforestazione e alla conversione di suolo. Fefac intende fornire valide indicazioni per gli operatori dei mangimi e i partner della catena che desiderano procurarsi la soia in conformità con i requisiti dell’industria dei mangimi europea per una produzione responsabile di soia dall’interno e dall’esterno dell’Europa. Tra i nuovi criteri c’è proprio la protezione delle foreste e degli ecosistemi naturali oltre alla conformità legale attuale. Inserito tra i criteri auspicati, potrebbe ben presto entrare nella categoria ‘essenziali’ in base agli sviluppi legislativi in corso.
Tra i criteri: salute e sicurezza dei lavoratori, rispetto della biodiversità, salvaguardia del diritto alla terra e alla comunità
Al secondo posto tra i criteri elencati dalla Fefac c’è la tutela dei diritti dei lavoratori. Si legge nella scheda tecnica realizzata dalla Federazione: “È molto importante che tutti i lavoratori della produzione di soia possano svolgere il loro lavoro in modo sano e sicuro e siano equamente compensati per il loro lavoro. I diritti umani fondamentali devono essere protetti in ogni momento e i lavoratori devono essere in grado di organizzarsi e svolgere contrattazioni collettive per conto di altri”.
Non solo, scorrendo le linee guida, la federazione promuove il rispetto degli ecosistemi e della biodiversità e si sofferma sulla necessità di produrre soia “solo su terreni per i quali la proprietà è chiaramente definita e non contestata”. Un punto essenziale per perseguire quella “protezione delle relazioni comunitarie” enunciata nel criterio successivo. “È importante che gli agricoltori siano aperti a domande e preoccupazioni e che siano accessibili ai loro vicini, siano essi agricoltori, comunità locali o popolazioni indigene”. Perché, spiega la FEFAC, “gli agricoltori non producono in solitudine”.
Aumento dei criteri obbligatori
Intorno ai sei principi si articolano 73 criteri, di cui 54 obbligatori (sono sedici in più rispetto alla prima edizione) e 19 opzionali. Per essere considerato rispondente alle linee guida lo schema dovrà soddisfare tutti i criteri essenziali e otto di quelli desiderati, oltre a risultare conforme a tutti i requisiti di verifica.
Per il processo di benchmarking Fefac continuerà ad affidarsi a Itc-International Trade Center, un ente terzo. I diciannove programmi di produzione responsabile di soia valutati finora da Itc coprono quasi il 50% della soia utilizzata da tutta l’industria mangimistica dell’Unione europea. In una prospettiva di miglioramento della trasparenza del mercato, gli schemi che garantiscono la produzione di soia a ‘conversione-zero’ saranno pubblicati nella sezione riservata a Fefac sul sito di Itc Sustainability Map. L’auspicio della federazione è che il nuovo benchmarking dei programmi di soia responsabile possa essere avviato nella prossima primavera, nell’interesse di tutti gli operatori della catena di valore.
Le nuove linee guida si inseriscono nel percorso intrapreso dall’industria mangimistica europea di transizione verso un modello produttivo sostenibile e nel solco della svolta impressa a livello di Unione europea con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, anche al cospetto della ormai consolidata sensibilità dei consumatori sui temi della sostenibilità. L’impegno di Fefac ha portato nel settembre del 2020 a un traguardo importante, l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Proprio nell’ambito del Programma per la Promozione dell’approvvigionamento responsabile di materie prime definito dalla Carta si colloca la nuova edizione delle linee guida sulla soia.
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