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Made in Italy, il “sistema Italia” si muove compatto

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Con l’istituzione del Comitato interministeriale per il Made in Italy (CIMIM), uno degli ultimi atti formali del governo nell’anno 2022 con il DL n. 173/22, il “sistema Italia” prova a strutturare in via definitiva la cosiddetta “diplomazia per la crescita” delle nostre imprese sui mercati esteri, puntando in particolare su quelle filiere riconosciute come eccellenze, in Italia e nel mondo.

Come ricorda il documento conclusivo della XI Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione istituita dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il sostegno di tutti gli attori di sistema alla crescita delle nostre imprese sui mercati esteri è un obiettivo centrale della politica estera ed economica dell’Italia, per cui è necessaria un’azione più efficace e strutturata per affrontare, e vincere, le sfide che si presentano sui mercati internazionali. A tale scopo la Cabina di Regia ha delineato alcune linee d’azione nell’intelligence economica dell’ICE (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e della rete estera della Farnesina, nella promozione e nell’attrazione degli investimenti all’estero, nel potenziamento dell’azione delle Banche multilaterali di sviluppo, nella promozione fieristica e in azioni di comunicazione e di promozione integrata.

Le parole d’ordine impresse dalla Cabina di Regia sono “gioco di squadra”, con una rinnovata azione diplomatica di business matching a favore delle aziende italiane, una vetrina d’eccellenza per il Made in Italy in un processo di internazionalizzazione sostenuto pubblicamente grazie a una rinnovata attenzione alle cosiddette missioni, e azioni, di sistema, privilegiando la valorizzazione di specifiche filiere produttive considerate di particolare rilievo al tema dell’economia circolare e della sostenibilità, in particolare nel campo agroalimentare e manifatturiero. Non solo prodotti ma anche un nuovo paradigma di fare impresa, con le filiere italiane presentate non solo come “eccellenze” ma anche come campioni di sostenibilità, con un tasso di utilizzo circolare degli input di produzione raddoppiato negli ultimi 10 anni, al 21,6% nel 2020, pari a quasi il doppio della media europea.

L’economia circolare è, infatti, un tema trasversale declinabile in ogni settore produttivo e che, nel contesto della strategia promozionale del Made in Italy, privilegerà le filiere della tecnologia industriale, dei semilavorati e delle materie prime, della chimica e delle scienze della vita, dei trasporti e della logistica, dell’agro-alimentare e dei sistemi moda-calzature e arredo casa-ufficio. A questo si aggiunge la valorizzazione della tipicità dell’offerta italiana, in particolare i prodotti DOC, DOP e IGP, in risposta al cosiddetto Italian Sounding, che penalizza fortemente le filiere dell’eccellenza insieme alla sottovalutazione della registrazione dei marchi da parte delle piccole e medie imprese italiane.

I punti di partenza per sostenere le imprese italiane all’estero sono indicati negli incentivi già consolidati del MIMIT ai quali si affiancheranno uno sportello unico dedicato alle imprese che vogliono internazionalizzarsi e un programma per valorizzare, soprattutto a livello di comunicazione, il Made in Italy, ad esempio attraverso specifiche forme di etichettatura delle merci.