Stime al ribasso per il raccolto di mais nell’Unione europea. L’associazione di categoria dei cereali Coceral ha abbassato le previsioni di quest’anno a 51,9 milioni di tonnellate di prodotto. La precedente proiezione di maggio aveva invece stimato 66 milioni tonnellate. Le cause sarebbero riconducibili al clima caldo e secco nei principali paesi produttori. La siccità ha dunque ridotto del 25% i raccolti di mais rispetto al 2021, quando la produzione ha raggiunto 70,2 milioni di tonnellate.
Stime poco più ottimiste arrivano dalla società consulenza agricola francese, Strategie Grains. Secondo l’azienda d’oltralpe nella stagione 2022-2023 la produzione mais nell’Ue scenderà a 55,4 milioni di tonnellate, toccando il minimo dal 2007. Con il granaio d’Europa sotto attacco e l’incertezza politica che ne deriva, i futures del frumento trattano in rialzo dello 0,88% a 807 dollari.
Il deficit produttivo causato dalla siccità riguarda anche l’Italia: secondo Ismea, il grano duro a fine 2022 potrebbe essere inferiore di circa il 16% rispetto all’anno precedente. L’Istat invece certifica nel Bel Paese una contrazione del 4,8% dei campi coltivati a mais nel 2022.
L’Ue rischia un deficit di grano di 200mila tonnellate
Per quanto riguarda il frumento tenero Coceral stima una produzione nei 27 Paesi Ue più Regno Unito di 140,5 milioni di tonnellate nel 2022. Raccolti ridotti rispetto ai 143,0 milioni previsti a maggio e ai 143,4 milioni raccolti l’anno scorso.
Secondo gli esperti di Strategie Grains la diminuzione delle precipitazioni implicherà un crollo nella produzione di grano nel suo insieme di circa l’8,5% rispetto alla stagione 2021-22. Inoltre, le stime prevedono che anche la produzione europea di grano tenero scenderà del 5% a 123,3 milioni di tonnellate, mentre quella di orzo dovrebbe contrarsi del 3,7% a 50 milioni entrambe al di sotto della media quinquennale. In conclusione, l’Unione europea rischia un deficit di approvvigionamento di 100mila tonnellate di mais e orzo e 200mila di grano.