L’Italia è l’unico grande paese agricolo dell’Unione europea che ha ridotto la propria produzione cerealicola dal 1990 al 2020 (-2,3%), al contrario – ad esempio – di Spagna e Germania che invece hanno segnato rincari a doppia cifra. E da parte delle filiere agroalimentari si registra preoccupazione, in questi mesi, per il rischio di una ulteriore caduta libera della produzione cerealicola nazionale dovuta alle temperature eccessivamente calde e al caro-energia scaturito dal conflitto tra Russia e Ucraina. Tanto che le principali organizzazioni di filiera hanno lanciato un appello al Governo e alle Regioni chiedendo interventi urgenti.
Se ne è parlato nel corso del nuovo talk show televisivo di Agrilinea durante il quale Silvio Ferrari, Presidente di Assalzoo, l’Associazione che riunisce i produttori nazionali di alimenti zootecnici, ha spiegato che per far fronte al fabbisogno nostrano di mais quest’anno “abbiamo aumentato l’importazione di mais nel primo semestre di circa il 15% in più, e prevediamo che andremo oltre il 20% quando chiuderemo l’anno. Stiamo tamponando il problema in questo modo. Sappiamo che il mais in Italia è un problema serio. Il mais ungherese non arriva, e noi ci approvvigionavamo molto a questa fonte. Questo sarà un anno molto complicato. Dovremo raschiare il barile e cercare delle soluzioni anche dal punto di vista nutrizionale che non è facile trovare perché il mais è una componente fondamentale non solo per la costruzione di un buon mangime, ma anche per rispondere alle tutte le necessità dei Dop e di tutti quegli altri prodotti che richiedono determinati ingredienti”.
Per vedere il talk show direttamente sul sito di Agrilinea: https://www.agrilinea.tv/video/714/