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Mais, soia e orzo Ecco le Tendenze

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Nel 2012 la flessione dei primi tre trimestri della produzione mondiali di mais è pari al 5,2% su base annua. In particolare sul calo delle rese ha pesato la più grave siccità degli ultimi 50 anni negli Stati Uniti, dove è stata registrata una contrazione del 13,3%. Balzo in avanti per il Brasile, che in un anno è passato da 57 a circa 73 milioni di tonnellate di mais prodotte, con una progressione del 26,5%. Flessione diffusa anche per la produzione di orzo, eccetto che in Argentina, Canada ed Europa (Ue-27). In controtendenza la soia, che a fine anno dovrebbe chiudere con una progressione vicina all’11% grazie alla crescita di Brasile e Argentina. Sono i dati parziali, aggiornati alla fine di ottobre 2012, raccolti da Ismea nel bollettino trimestrale di “Analisi e previsioni per i settori agroalimentari”, che fa luce anche sulle performance negative dei raccolti delle tre materie prime in Italia: una contrazione del 13% per quanto riguarda il mais da attribuire non alla leggera flessione degli investimenti, ma alla netta contrazione delle rese per ettaro; stessa riduzione colpisce la soia (-13%) che sconta anche una contrazione (-19%) delle superfici coltivate, a cui si aggiunge un ulteriore riscaldamento dei prezzi che a settembre sono saliti di 30 euro a tonnellata rispetto a luglio, portandosi a quota 525 euro/t, prima di far registrare una lieve inversione di tendenza nelle prime due settimane di ottobre.  

 

Focus sui prezzi  – In linea con l’andamento del prezzo mondiale del mais e della soia anche quelli nazionali hanno mostrato nel terzo trimestre 2012 una significativa rivalutazione sia su base congiunturale che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stessa dinamica si è registrata per l’orzo, seppur a tassi di crescita più contenuti. I dati di Ismea dicono che il valore medio nazionale del mais nel terzo trimestre dell’anno si è attestato a 254,59 euro/t, ovvero il 24% in più del prezzo medio del trimestre precedente. Dal confronto su base tendenziale, si evidenzia una progressione più contenuta (+8%): nel III trimestre 2011, infatti, il prezzo medio era pari a 234,76 euro/t. Nel caso dell’orzo, il prezzo medio si è attestato, nel trimestre in esame, a 219,82 euro/t, in aumento di circa il 5% circa su base congiunturale e del 2% su base tendenziale. Una marcata rivalutazione trimestrale si è registrata per la soia, che ha raggiunto il prezzo medio del trimestre in esame pari a 515,00 €/t (+16%), e per le farine di soia, che si sono attestati su valori pari a 527,36 €/t (+25%).    

 

Gli scambi –  Nel confronto tra i primi sei mesi del 2012 con lo stesso periodo 2011 i dati Ismea mettono in luce il calo complessivo delle spedizioni sul mercato nazionale (-33%) da attribuire a tutti i principali paesi fornitori, con particolare riferimento a Ungheria e Francia. Fanno eccezione solo Russia e Bulgaria. Anche la contrazione tendenziale registrata per l’import di granella di orzo (-38%) è da attribuire ai principali fornitori. Riguardo al seme di soia, le maggiori richieste nazionali di prodotto estero sono state soddisfatte in gran parte dai primi due paesi fornitori, Ucraina e Slovenia, che hanno coperto il 75% circa dell’import complessivo.  Quanto alle  farine di soia, il calo delle importazioni è da attribuire all’Argentina dalla quale sono stati acquistati volumi pari a 650 mila tonnellate, che hanno soddisfatto una quota pari al 60% della domanda nazionale, contro il 75% del primo semestre dello scorso anno.    

 

Indice fiducia in aumento – L’indice del clima di fiducia dell’industria mangimistica ha evidenziato nel III trimestre 2012 un miglioramento, passando da – 1,6 del II trimestre 2011 a +4,9 nel periodo in esame. L’indice del clima di fiducia è il frutto di un’indagine Ismea sulla congiuntura dell’industria alimentare italiana condotta presso gli operatori del settore con cadenza trimestrale e finalizzata a raccogliere informazioni qualitative sulla tendenza della domanda e sulla congiuntura del mercato. Il maggiore ottimismo è da attribuire alle prospettive di un miglioramento delle attese di produzione. 

 

Foto: Pixabay

co.col.