La produzione di mangimi composti nell’UE per il 2024 dovrebbe aver raggiungeto 147,6 milioni di tonnellate, registrando un lieve incremento dello 0,5% rispetto al 2023. Questo dato, proveniente dalla European Feed Manufacturers’ Federation (FEFAC), riflette tendenze differenziate nei vari settori zootecnici, influenzati da fattori economici, regolamentari, ambientali e di salute animale.
L’industria europea dei mangimi composti rappresenta un settore cruciale, con circa 3.200 siti produttivi distribuiti prevalentemente in aree rurali e un’occupazione complessiva di oltre 100.000 persone. Ogni anno, gli animali da allevamento e da compagnia nell’UE27 consumano circa 644 milioni di tonnellate di mangimi, di cui il 23% è prodotto da mangimifici industriali. Questo settore genera un fatturato annuo stimato di 50 miliardi di euro.
Nel settore dei mangimi per pollame, si prevede una crescita dell’1,3%, per un totale di 49,7 milioni di tonnellate. Questo incremento è attribuibile alla ripresa della produzione avicola in paesi come Francia, Spagna e Portogallo, che stanno superando gli effetti dell’influenza aviaria del 2023. Tuttavia, permangono difficoltà in Ungheria e Italia, dove continuano i focolai di influenza aviaria H5N1. Nel settore dei suini, pur restando sotto pressione, si osservano segnali di stabilizzazione rispetto all’anno precedente, con un recupero moderato previsto in Irlanda (+3%), Spagna (+5%) e Polonia (+1,9%). Tuttavia, la diminuzione complessiva della popolazione suina nell’UE27, aggravata dalla peste suina africana (ASF), rimane una sfida significativa. Inoltre, paesi come Germania, Belgio e Paesi Bassi affrontano ulteriori incertezze legate alla pressione normativa per ridurre le emissioni agricole o ridimensionare gli allevamenti. La produzione di mangimi per bovini dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile, con un totale di 42,2 milioni di tonnellate (+0,3%) e variazioni limitate determinate dalla disponibilità di foraggi in specifiche regioni.
La previsione per il 2024 è soggetta a possibili modifiche, con nuovi dati attesi per l’autunno dello stesso anno.