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Sottoprodotti alimentari per la nutrizione animale, importante risorsa contro lo spreco di cibo

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I sottoprodotti alimentari e il loro uso nella mangimistica giocheranno un ruolo molto importante nella riduzione dello spreco alimentare in Europa. Gli obiettivi per la riduzione dello spreco alimentare della Commissione Europea sono stati resi noti lo scorso 5 luglio come parte di un pacchetto di misure volte a stimolare l’uso sostenibile dei principali risorse naturali e secondo un comunicato ufficiale dell’EFFPA (Associazione europea dei trasformatori degli ex alimenti), organizzazione di categoria che rappresenta buona parte del settore della trasformazione alimentare, con quasi 59 milioni di tonnellate (131 kg/abitante) di cibo sprecato nell’UE si perdono circa 132 miliardi di euro ogni anno di cibo, con oltre la metà dello spreco alimentare (53%) generato dalle famiglie.

Per avere un impatto significativo l’UE vuole ridurre la produzione di sottoprodotti alimentari del 10% durante la lavorazione e del 30% (pro capite) congiuntamente al dettaglio e al consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie).

L’UE propone quindi una vera e propria trasformazione della catena del valore del settore alimentare e un contributo significativo per il successo dell’attuazione di questi obiettivi sarà dato, e in parte già oggi è così, dalla trasformazione delle perdite alimentari in ingredienti sicuri destinati all’alimentazione animale: attualmente in Europa possono essere lavorati circa 5 milioni di tonnellate di ex derrate alimentari ogni anno.

“L’adozione dei Food Waste Reduction Targets da parte della Commissione Europea sostiene il ruolo chiave che i mangimi e in particolare le trasformazioni alimentari svolgono nella valorizzazione degli alimenti non più destinati al consumo umano come una soluzione di prevenzione delle perdite alimentari e un supporto rilevante nella strategia di autonomia alimentare” ha detto Valentina Massa, Presidente EFFPA, in un comunicato ufficiale: “La trasformazione degli ex-prodotti alimentari dovrebbe essere riconosciuta come una leva chiave nella guida di un sistema alimentare sostenibile”.