È dal 2001 che Giovanni Mantovani riveste la carica di direttore generale di Veronafiere, tra i principali attori del settore fieristico mondiale. Fieragricola è fra le prime grandi manifestazioni che inaugurano un nuovo anno ricco di appuntamenti negli spazi dell’hub veronese. L’evento è dedicato ai molteplici aspetti del settore primario, dalle tecnologie ai prodotti alla zootecnia, dalle attrezzature alla ricerca. L’eccellenza di Veronafiere, il suo impegno nella promozione del made in Italy, trova rappresentanza anche a livello internazionale. Giovanni Mantovani è infatti Primo Vicepresidente del Chapter Europeo di Ufi, l’Associazione mondiale dell’Industria fieristica che riunisce i più importanti organizzatori di fiere nei cinque continenti.
Direttore Mantovani, innanzitutto uno sguardo al percorso che ha portato a quest’edizione di Fieragricola: quanto mancava un evento che sapesse mettere insieme l’ampiezza del mondo agro-alimentare a partire della parte agricola, passando per quella industriale, arrivando a quella di prodotto?
L’anima di Fieragricola non è cambiata e la manifestazione rafforza la propria vocazione all’internazionalizzazione, alla specializzazione e alla trasversalità, portando così al centro dell’esposizione e del dibattito ogni aspetto dell’agricoltura e della zootecnia. In quest’ottica, però, Fieragricola è consapevole che, in una logica di crescita, anche i soggetti della filiera che stanno a monte e a valle dell’agricoltura devono essere coinvolti in un dialogo costruttivo. Faccio un esempio: non si può parlare di blockchain se lasciamo ai margini l’informatica che racco- glie ed elabora i big data, chi produce, chi trasforma e chi vende. È la logica espressa dalla nuova politica dell’Unione europea in ambito agricolo, che ha una visione “Farm to fork”, attenta alla sostenibilità e all’economia circolare.
Provando a giocare d’anticipo, quali sono i risultati che, da organizzatore, si attende della manifestazione? Non soltanto in termini di riscontro numerico, ma anche rispetto alla solidificazione della consapevolezza di filiera.
L’agricoltura sta attraversando in tutto il mondo occidentale il fenomeno di ricostituzione fondiaria, razionalizzazione del numero di imprese, unita purtroppo alla difficoltà di ricambio generazionale, quest’ultimo effetto purtroppo di non sempre sufficiente redditività. Ciò premesso, Fieragricola si attende di suscitare l’interesse dei visitatori professionali, come sempre più è accaduto nelle ultime manifestazioni. Allo stesso tempo Fieragricola punta a diventare un hub per i paesi dell’Africa e dell’Area balcanica, dove ci siamo concentrati per l’incoming di delegazioni e buyer. Inoltre, la presenza degli operatori e delle istituzioni qualifica la manifestazione e la proietta fra le prime tre del continente europeo.
Il programma dell’edizione si presenta in maniera molto accattivante. Se dovesse evidenziare le novità più interessanti, quali menzionerebbe?
Abbiamo rilanciato la zootecnia con focus, eventi e convegni specifici, compreso il Milk Day. Anche la Rassegna nazionale dell’avicoltura è una novità, nel padiglione 11, con la consegna dell’importante riconoscimento “Avicoltore dell’anno”, organizzato da Unaitalia e dove saranno ospitati focus tematici e di approfondimento. Sempre nel padiglione 11 sono ben rappresentate le filiere della suinicoltura con l’Anas e le agroenergie con il Consorzio Italiano Biogas. Inoltre, i visitatori potranno contare su due aree dinamiche, una per i mezzi e le trattrici agricole e una dedicata esclusivamente ai telescopici. Grande spazio sarà assicurato ai vantaggi dell’agricoltura di precisione, elemento determinante per accompagnare la crescita competitiva e sostenibile delle imprese agricole. Fra le novità, ospiteremo incontri specifici di formazione rivolti agli avvocati e ai giornalisti, realizzate dagli ordini professionali su temi ovviamente agricoli. Invito però a consultare il sito di Fieragricola per conoscere tutte le novità della edizione 2020.
Capitolo zootecnia. Che ruolo ha il comparto zootecnico nell’economia generale di Fieragricola?
Come dicevo, ha un ruolo centrale in ogni sua componente, dal latte alla carne bovina, dall’avicoltura alla suinicoltura. Prova ne è che a livello istituzionale Fieragricola ospiterà le Commissioni uniche nazionali dei suini e dei conigli. Ma avremo, nel segmento lattiero, anche l’Open Holstein Dairy Show, dedicato alla razza Frisona e lo European Brown Swiss Championship, il confronto ufficiale europeo dedicato alla razza Bruna, che organizzerà a Verona anche la 52ª mostra nazionale.
Assalzoo e Fieragricola, dove può condurre questa partnership?
Sono certo che potrà condurre molto lontano. Oggi la mangimistica non ha più soltanto una funzione nutrizionale, ma si inserisce in un contesto più ampio, con contributi in materia di benessere animale e riduzione delle emissioni inquinanti. Credo che Fieragricola sia la piazza d’elezione per presentare le innovazioni, i nuovi prodotti e discutere dei trend di mercato direttamente fra stekeholder. I convegni, i dibattiti e il Premio Assalzoo che organizzerete sono un ottimo modo di collaborare. Ci attendiamo molto dalle attività del Nutrition Forum al padiglione 9.
Il futuro di Fieragricola: cosa aspettarsi per il 2022? Verona si candida a essere capitale del sistema agroalimentare italiano?
Non sono io a doverlo dire, ma spero che nel 2022 i numeri confermino e rafforzino quello che appare consolidato da alcuni anni in Italia, e cioè che Veronafiere rappresenta il polo fieristico più importante in Italia per l’agroalimentare, dall’agricoltura al vino al sistema agri-food, con manifestazioni organizzate non solo a Verona, ma anche all’estero. Penso al sistema Vinitaly, Sol&Agrifod con Sol d’Oro Emisfero Nord e Sud, alla società Veronafiere do Brasil che organizza anche Wine South America che in due edizioni è diventata l’appuntamento di riferimento per il Sud America per i produttori di vino e tecnologie, alla società VPE compartecipata con Fiera di Parma che detiene il 50% di Bellavita Expo, società inglese operante da cinque anni nel tradeshow per il settore agroalimentare made in Italy in alcuni mercati strategici, consolidati o emergenti. Ancora, va ricordata la costituzione di Veronafiere Asia Ltd per operare su questa importante area geo-economica e che insieme a un partner cinese ha creato la società Shenzhen Baina International Ltd per organizzare nel novembre di quest’anno la prima edizione di Wine To Asia, assegna che già dal suo esordio si caratterizza di respiro internazionale. A tutto questo si aggiungono le iniziative di formazione promosse attraverso la Vinitaly International Academy in Nord America, Russia, Cina ed altri mercati fondamentali per l’export enologico. Ricordo infine, ovviamente, le iniziative a firma Fieragricola che da alcuni anni si svolgono in Marocco con Siam a Meknés e in Sud Africa.
Salvatore Patriarca