Home Ricerca Materie prime agricole, il ruolo delle piogge nell’allocazione delle produzioni

Materie prime agricole, il ruolo delle piogge nell’allocazione delle produzioni

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Entro il 2040 le colture di grano, soia, riso e mais dovranno adattarsi al cambiamento delle condizioni climatiche: le piogge saranno meno frequenti in Europa, Africa, Australia e Sud America, mentre saranno più assidue nelle nazioni settentrionali e in quelle tropicali. Lo rivela uno studio pubblicato su Pnas dagli scienziati dell’Università del Cile di Santiago e dell’Università di Leeds (Regno Unito), secondo cui la variazione delle precipitazioni si verificherà anche se saranno raggiunti gli obiettivi di riduzione delle emissione di gas serra previsti dall’accordo di Parigi del 2015.

I ricercatori hanno esaminato quattro diversi scenari per verificare gli effetti delle emissioni inquinanti sui cambiamenti climatici. Hanno così scoperto che le precipitazioni dovrebbero subire una modifica in tutte le ipotesi: ciò significa che se si riuscisse a raggiungere l’obiettivo stabilito dall’accordo di Parigi, l’entità delle precipitazioni cambierebbe comunque, anche se in misura minore. Secondo gli scienziati, fino al 14% dei terreni destinati alla coltivazione di grano, mais, riso e soia sarà più arido, mentre fino al 31% sarà più umido. Le piogge diminuiranno nelle regioni del Mediterraneo, dell’Australia sudoccidentale, dell’Africa meridionale, del Messico centrale e del Sud America sudoccidentale. Le precipitazioni aumenteranno invece in Canada, Russia, India e Stati Uniti orientali.

Dal momento che le quattro colture che sono state analizzate in questo studio soddisfano circa il 40% dell’apporto calorico della popolazione globale, gli autori affermano che indipendentemente dallo scenario che si verificherà entro il 2040, tutte le regioni dovranno investire per adattarsi al cambiamento. E dovranno anche farlo in fretta, perché le modifiche si presenteranno nei prossimi due decenni. Gli scienziati specificano che se la riduzione delle emissioni inquinanti sarà consistente, è probabile che l’adattamento ai nuovi regimi climatici sarà meno costoso. Se i tentativi di abbassare l’emissione di gas serra non andranno a buon fine, gli esperti prevedono che il 36% della superficie coltivata con mais, soia, grano e riso diventerà più umida o più secca, e l’adattamento di queste colture sarà significativamente più arduo.

Foto: © Lucelly Anaconas / International Center for Tropical Agriculture (Ciat)

 

redazione