I pressi delle materie prime alimentari hanno continuato a crescere anche nel mese di luglio. Lo evidenzia l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), secondo cui i prezzi alimentari sono aumentati per il terzo mese consecutivo, grazie soprattutto alle maggiori quotazioni dei cereali, dello zucchero e dei prodotti lattiero-caseari.
A luglio l’Indice dei prezzi alimentari della Fao, che misura i prezzi di cinque principali materie prime alimentari sui mercati internazionali, ha registrato una media di 179,1 punti, raggiungendo il valore più alto registrato dal mese di gennaio 2015. Ha quindi riportato un incremento del 2,3% rispetto a giugno e del 10,2% rispetto a luglio 2016.
L’Indice dei prezzi dei cereali a luglio è aumentato del 5,1%, per il terzo mese consecutivo. L’incremento continua a essere trainato dalla crescita delle quotazioni di grano e riso: i listini del primo sono aumentati perché le condizioni meteorologiche calde e secche hanno ostacolato le colture di grano primaverili in Nord-America; i prezzi del riso sono invece stati spinti in alto dalle ristrettezze stagionali. Le quotazioni del mais sono invece rimaste in gran parte stabili.
È cresciuto del 3,6% anche l’Indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari, sostenuto dai listini più alti del burro, del formaggio e del latte in polvere intero. Disponibilità più ristrette per le esportazioni hanno portato i prezzi del burro a raggiungere un nuovo livello record a luglio, ampliando ulteriormente la differenza tra le quotazioni del burro e quelle degli altri prodotti lattiero-caseari.
L’Indice dei prezzi dello zucchero è aumentato del 5,2%, registrando il primo incremento dall’inizio dell’anno. La crescita è stata guidata dal forte apprezzamento della moneta brasiliana, ma non è stata sufficiente a riportare il valore dello zucchero a quello delle stesso periodo dell’anno scorso, quando era superiore del 26%.
L’Indice dei prezzi della carne è invece rimasto stabile. A luglio l’aumento dei prezzi internazionali della carne ovina è stato compensato dal calo dei prezzi nel settore bovino, in quello suino e in quello del pollame.
Infine, l’Indice dei prezzi degli oli vegetali è sceso dell’1,1% rispetto a giugno, raggiungendo il livello più basso registrato dall’agosto 2016. Il calo di luglio riflette principalmente le buone prospettive di produzione per l’olio di palma nel sud-est asiatico e una domanda debole d’importazioni a livello globale.
Foto: Pixabay
redazione