La Cina ha aumentato l’entità dei dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti di Ddgs (distillers’ dried grains), un sottoprodotto del mais utilizzato per la produzione dei mangimi. Lo riporta l’agenzia Reuters, evidenziando la crescita delle tensioni commerciali tra i due Paesi.
Nello specifico, rispetto allo scorso anno, il Ministero del Commercio cinese avrebbe aumentato il valore dei dazi antidumping (misure attuate per contrastare la vendita di merci estere a prezzi inferiori rispetto a quelli del mercato interno) sulle materie prime importate dagli Usa, che sarebbero passati dal 33,8% di settembre 2016 a un livello compreso tra il 42,2 e il 53,7%. Il Dicastero ha anche disposto l’incremento dei dazi anti-sovvenzioni, che subiranno una crescita compresa tra il 10 e il 10,7%, e avranno un valore compreso tra l’11,2 e il 12%. La Cina ha motivato la decisione dichiarando che l’industria nazionale dei Ddgs avrebbe subito un “danno sostanziale” a causa delle importazioni oggetto di sovvenzioni provenienti dagli Stati Uniti.
La Cina è uno dei principali acquirente mondiali di Ddgs, un sottoprodotto della fermentazione dell’amido di mais per la produzione di etanolo, che viene utilizzato dalle industrie mangimistiche come sostituto di mais e farina di soia. La maggior parte di questi prodotti importati in Cina provengono dagli Stati Uniti, che rappresentano il maggiore esportatore di Ddgs. A sua volta, il Presidente eletto degli Usa, Donald Trump, che entrerà in carica il prossimo 20 gennaio, ha minacciato d’imporre tariffe punitive sulle merci provenienti dalla Cina.
Attualmente, le importazioni cinesi di Ddgs dagli Stati Uniti sono diminuite. A ottobre sono scese a 135.000 tonnellate, mentre a novembre si sono fermate a 163.000 tonnellate, circa un terzo rispetto al totale della merce importata nel mese di agosto, prima della decisione del Ministero. Nei primi 11 mesi dell’anno, le importazioni cinesi si sono ridotte del 53%, attestandosi a poco meno di 3 milioni di tonnellate. Le nuove tariffe entreranno in vigore a partire da metà gennaio e resteranno in vigore per cinque anni.
Foto: Pixabay
red.