Le economie guidate dalle materie prime sono sotto pressione. Dall’Argentina, al Brasile, fino alla Russia, diversi sono i Paesi la cui economia, trainata dalle materie prime, è adesso sotto pressione in quanto, non avendo diversificato in altri flussi, è strettamente dipendente dalle esportazioni di materie prime per quanto riguarda le entrate. Una prospettiva che, se per diversi Paesi è grigia e poco ottimistica, per l’India rappresenta invece una speranza.
In Argentina le riserve valutarie sono più che dimezzate nel corso dell’ultimo anno, e il 23 gennaio scorso la moneta ha subito un’ulteriore svalutazione, perdendo il 15% rispetto al dollaro: caduta per arginare la quale la banca centrale argentina ha dovuto intervenire, vendendo parte delle riserve valutarie. Quanto a Brasile e Russia, la loro crescita economica ha subito un drastico calo dovuto soprattutto al fatto che la Cina – il più grande consumatore di materie prime a livello mondiale – ha visto la sua crescita economica ridursi dai livelli di due cifre al 7,7% del 2013. Gli esperti spiegano che la contrazione della crescita della Cina continuerà a riflettersi sulle importazioni delle materie prime a livello globale, indebolendo ulteriormente le prospettive delle economie che si basano sulle esportazioni delle materie prime: il ruolo di questo Paese come più grande consumatore di prodotti a livello globale potrà infatti difficilmente essere rimpiazzato da qualsiasi altra economia, Stati Uniti compresi.
Anche per quanto riguarda le esportazioni di petrolio e gas le prospettive non sono più rosee dal momento che gli Stati Uniti, che di questi prodotti sono i maggiori consumatori al mondo, vorrebbero nel prossimo futuro ampliare la produzione e avviarsi all’esportazione. I prezzi del petrolio sono attualmente ben al di sotto dei massimi di 140 dollari al barile del 2008.
Un panorama che, se per diversi Paesi può apparire desolante, per l’India risulta invece positivo: dal momento, infatti, che l’India è un importatore di materie prime, la debolezza di questi prodotti a livello mondiale non può che giovare: il Paese potrà infatti acquistare le materie prime di cui ha bisogno a prezzi più bassi, e quindi spendendo meno. Una prospettiva positiva, soprattutto considerando che il valore della rupia indiana è già sceso di oltre il 40% dai massimi registrati negli ultimi anni.
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m.c.