Home Ricerca Meno pesticidi e rese maggiori: uno studio promuove le colture GM

Meno pesticidi e rese maggiori: uno studio promuove le colture GM

512
0

L’adozione di colture biotech riduce l’uso di prodotti chimici mediamente del 37%, incrementa i raccolti del 22% e i profitti degli agricoltori del 68%. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunto uno studio dell’Università di Gottinga, in Germania, condotto da Matin Qaim e Wilhelm Klümper. L’analisi di Qaim e Klümper si riferisce a tutti gli studi in lingua inglese dedicati all’impatto agronomico delle colture Gm pubblicati tra il 1995 e il 2014. Un’ampia revisione di 147 pubblicazioni che quindi racchiude quasi la totalità delle esperienze sul campo di varietà geneticamente modificate a livello mondiale. Tra i dati rilevanti c’è quello dei rendimenti: le colture Ogm modificate per la tolleranza agli erbicidi hanno reso il 9% in più rispetto alle altre, resa che cresce fino al 25% nel caso della resistenza gli insetti.

 

 

Lo studio, pubblicato su Plos One, indica anche le redditività delle colture Ogm: gli agricoltori che hanno coltivato varietà bioingegnerizzate hanno guadagno il 68% in più. Il vantaggio maggiore rispetto ai costi di produzione è quelle delle colture resistenti agli erbicidi, mentre il costo maggiore delle sementi Ogm di quelle resistenti agli insetti viene compensato dall’uso inferiore di pesticidi e dalle rese.

 

L’analisi ha verificato anche quella che viene definita “eterogeneità di impatto”, vale a dire la tendenza della biotecnologia ad avere effetti diversi rispetto all’area geografica di utilizzo. Cosa che potrebbe contribuire a capire la differenza tra un Paese con minori rischi di contaminazione ad esempio da fumonisine, tipicamente nei Paesi freddi, rispetto al clima dei Paesi caldi. Lo studio ha valutato anche che le rese Ogm nei Paesi in via di sviluppo che risultano il 14% più alte rispetto a quanto accade nelle economie avanzate. Un giudizio dei ricercatori anche per la scelta europea di vietare le colture Gm: una scelta che ha un costo, spiegano Qaim e Klümper, che hanno espresso la speranza che il loro lavoro possa “contribuire ad aumentare gradualmente la fiducia del pubblico in questa promettente tecnologia”.

 

Foto: ©_carballo_-_Fotolia

Red.