di Gabriele Canali e Ronny Ariberti – Crefis, Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili
Nel bimestre ottobre-novembre 2024 i prezzi delle differenti tipologie di mais quotate alla borsa merci di Milano, ad eccezione del mais contratto 103, hanno visto andamenti simili con un aumento congiunturale dei prezzi nel primo mese e una diminuzione nel secondo.
Nello specifico il prezzo del mais con caratteristiche ha subito un aumento di prezzo nel primo mese, per poi scendere del -2,4% nel secondo e fermarsi a 241,3 euro/t. Differente l’andamento per il mais nazionale contratto 103, che ha subito una riduzione dei prezzi sia in ottobre (-2,0% per un valore di 223,4 euro/t) che in novembre (-1,1%) fermandosi a 221,0 euro/t.
Le quotazioni dei prodotti di importazione, sia di origine comunitaria che extra-comunitaria, hanno evidenziato un incremento congiunturale nel primo mese: +3,3% per il prodotto comunitario e +6,8% per quello non comunitario, mentre in novembre le quotazioni sono tornate a scendere per entrambi i prodotti con valori rispettivamente di 239,3 euro/t (-5,7%) e 247,3 euro/t (-4,2%).
L’analisi su base tendenziale mostra come i prezzi medi mensili di ottobre siano risultati più alti rispetto a quelli del 2023 (+11,4% il prodotto nazionale con caratteristiche, +2,9% il mais contratto 103 e +9,4% quello comunitario); in novembre l’andamento tendenziale è stato confermato in aumento per il mais con caratteristiche e per quello non comunitario, mentre cali tendenziali sono stati registrati per il mais contratto 103 (-1,9%) e per quello comunitario (-0,2%). Si tratta probabilmente di oscillazioni dovute alle attività di acquisto del prodotto ottenuto dai nuovi raccolti che comunque non sembrano aver modificato sostanzialmente l’intonazione di fondo dei mercati, orientati su una sostanziale stabilità.
Sul mercato USA, i prezzi del mais sono cresciuti sia in ottobre (+0,9%) che in novembre (+7,3%) fermandosi a 149,7 euro/t (dato calcolato senza le ultime giornate di quotazione). Nonostante questa crescita gli attuali prezzi restano molto al di sotto dei livelli 2023: -18,8% e -9,4% rispettivamente.
Per quanto riguarda la soia, il prodotto nazionale è tornato ad essere quotato, raggiungendo una quotazione di 436,5 euro/t in ottobre (non disponibile il confronto con settembre) e di 437,3 euro/t (+0,2%) in novembre. Per quanto riguarda il prodotto di provenienza estera, il prezzo medio mensile di ottobre è sceso del -0,7% rispetto a settembre, per poi risalire in novembre (+0,7%) fermandosi a 440,3 euro/t. t. I prezzi di ottobre sono risultati tutti più alti rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre in novembre la situazione è risultata esattamente opposta.
Una diminuzione (-0,6%) ha interessato, in ottobre, anche i prezzi della soia sul mercato USA, mentre una risalita del +3,0% è stata registrata in novembre per un valore di 326,9 euro/t (dato calcolato senza le ultime giornate di quotazione). Negative le variazioni tendenziali con valori del -25% e -26%. Anche per la soia, quindi, i mercati sembrano vivere una fase di relativa stabilità con variazioni moderate e senza significativi cambiamenti nelle condizioni strutturali.
L’andamento dei mercati della filiera suinicola: ottobre-novembre 2024
Le quotazioni CUN dei suini grassi da macello sono ulteriormente cresciute in ottobre (+5,6%) per poi diminuire nel mese successivo (-3,6%) con un prezzo medio mensile pari a 2,289 euro/kg. Le variazioni tendenziali sono risultate positive in ottobre (+2,3%) e negative in novembre (-1,0%). Un aumento ha interessato anche le quotazioni delle cosce fresche per crudo tipico, con variazioni del +3% in ottobre, mentre in novembre l’aumento è stato molto lieve (+0,3%) quando il prezzo della coscia pesante è risultato pari a 6,495 euro/kg. Restano positive le variazioni tendenziali: +7,5% per la coscia leggera e +5,4% per quella pesante. In calo sia in termini congiunturali che tendenziali i prezzi del lombo taglio Padova che in novembre ha fatto registrare un valore di 4,125 euro/kg: -12,6% rispetto ad ottobre e -11,1% nei confronti dello scorso anno.
Nel bimestre analizzato i prezzi del prosciutto di Parma stagionato sono cresciuti sia in ottobre (+1,6%) che in novembre (seppur in modo più contenuto, +0,5%) per un valore di 10,650 euro/kg nell’ultimo mese. Il prezzo medio mensile di ottobre è risultato il medesimo di 12 mesi fa, mentre quello di novembre è più alto dello 0,5%. E’ evidente come gli aumenti di prezzo dei suini pesanti da macello e quelli delle cosce fresche non riescano a scaricarsi sul prezzo di vendita dei prosciutti DOP stagionati.
L’andamento dei prezzi dei suini da macello (prima in aumento e poi in diminuzione), si è rispecchiato anche in termini di redditività; infatti, quella dell’allevamento a ciclo chiuso è ulteriormente cresciuta in ottobre (+6,2%), mentre ha subito un rallentamento in novembre (-3,2%). Gli attuali livelli restano comunque abbondantemente al di sopra dei livelli dello stesso periodo dello scorso anno e quindi dei massimi di sempre.
La redditività della fase di macellazione ha subito un deciso calo in ottobre (-4,2%), a causa prevalentemente del costo di acquisto dei suini da macello, mentre in novembre la variazione, seppur negativa, è stata più contenuta (-0,2%). A pesare sul dato di novembre la diminuzione dei prezzi di alcuni tagli di carne suina fresca tra cui lombo, spalla e coppa. Va comunque detto che nonostante questa fase di diminuzione, gli attuali valori restano al di sopra di quelli particolarmente bassi del 2023: +4,1% in ottobre e +3,1% in novembre.
Anche se mostra timidi segnali di ripresa, con una variazione dell’indice di redditività della stagionatura pari a +1,0% ad ottobre ed un +0,4% a novembre per il prosciutto pesante DOP, la situazione per questa fase della filiera resta particolarmente difficile: gli attuali valori restano comunque più bassi rispetto a quelli, già bassi, dello scorso anno: -5,9% e -4,9% rispettivamente per i due mesi considerati. A ulteriore conferma, il differenziale di redditività tra produttori DOP e NON DOP resta a favore delle seconde.
Di seguito l’articolo completo con tabelle e grafici pubblicato sul numero 6/2024 di “Mangimi&Alimenti”: