Secondo l’ultimo rapporto dell’International Grains Council (IGC), diffuso a febbraio, le stime di produzione e commercio del grano per il 2023/24 indicano un quadro incerto, con fattori contrastanti che influenzano le previsioni. La produzione mondiale di grano viene stimata a 784,9 milioni di tonnellate, in calo di 4,3 milioni di tonnellate rispetto all’anno scorso: le principali cause di questo calo sono la riduzione delle semine in Russia e Ucraina, due dei maggiori esportatori globali, e le condizioni climatiche avverse in alcune zone produttive. Tuttavia, si prevedono aumenti di produzione in Australia, Canada e Argentina, che potrebbero compensare in parte le perdite in altre aree.
Le previsioni dell’IGC, va ricordato, sono soggette a diversi fattori di rischio, tra cui l’andamento del conflitto in Ucraina, le condizioni climatiche e le politiche agricole dei governi.
Il commercio mondiale di grano viene stimato a 409 milioni di tonnellate, in calo di 1 milione di tonnellate rispetto al 2022/23. La flessione del commercio è dovuta principalmente alla riduzione delle esportazioni da parte dell’Ucraina a causa del conflitto in corso. Si prevede un aumento delle importazioni da parte della Cina, dell’Egitto e dell’Algeria, mentre le importazioni dell’Unione Europea dovrebbero rimanere stabili.
I prezzi del grano sono in aumento da inizio anno a causa delle preoccupazioni per la sicurezza alimentare globale e le incertezze legate al conflitto in Ucraina: l’IGC prevede che i prezzi del grano rimarranno elevati nel breve termine, ma potrebbero stabilizzarsi nel corso dell’anno, se le condizioni climatiche saranno favorevoli e la produzione globale tornerà a crescere.
Insomma, il mercato del grano si trova in una fase di incertezza, con fattori contrastanti che influenzano le previsioni: la produzione mondiale è in calo, mentre il commercio è stabile, i prezzi del grano sono in aumento, ma potrebbero stabilizzarsi nel corso dell’anno.