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Miglio perlato e resistenza alla siccità: il ruolo dei geni

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Il sequenziamento del genoma del miglio perlato potrebbe permettere di migliorare la resistenza delle colture in condizioni ambientali estreme. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Yves Vigouroux dell’Università di Montpellier (Francia) e da Xun Xu del China National GeneBank di Shenzen (Cina), che ha indagato i meccanismi molecolari che permettono al cereale di crescere nelle zone aride e semiaride di Africa, India e Asia.

“Il primo passo per scoprire i meccanismi molecolari di qualsiasi organismo vivente, dalle piante agli animali fino ai microbi – spiega Wolfram Weckwerth, presidente del Vienna Metabolomics Center dell’Università di Vienna (Austria), che ha preso parte alla ricerca –, consiste nel sequenziare e analizzare il suo genoma, il suo proteoma e il suo metaboloma”.

Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno quindi sequenziato ed esaminato il genoma di 994 varietà, coltivate e selvatiche, di miglio perlato. Al termine dell’analisi, hanno scoperto le proprietà molecolari su base genomica responsabili della resistenza alla siccità del cereale. Secondo gli autori, i dati raccolti nel corso dello studio potrebbero consentire ai ricercatori e agli agricoltori di sviluppare colture capaci di nascere e prosperare anche in condizioni climatiche avverse.

In un altro studio pubblicato sulla rivista Journal of Proteomics, un team di scienziati autro-indiano ha esaminato i cambiamenti del metaboloma e del proteoma che potrebbero essere correlati alla resistenza alla siccità del miglio perlato. I risultati di entrambe le indagini forniscono indizi sui meccanismi molecolari e fisiologici che permettono a queste piante di adattarsi alla carenza di acqua e al caldo e, al tempo stesso, di conservare un rendimento elevato.

 

Foto: Pixabay

red.