Da alcune settimane sono iniziati, a Bruxelles, i lavori per la revisione del Regolamento 225/2012, in materia di riconoscimento degli stabilimenti che immettono sul mercato derivati di oli vegetali e grassi miscelati a scopo mangimistico, e, inoltre, relativo ai test obbligatori sulla presenza di diossine in oli, grassi e derivati. Le modifiche, in particolare, dovrebbero riguardare i controlli sui livelli di diossina e di sostanze tossicologicamente assimilabitli (PCB), eventualmente presenti negli oli e nei grassi utilizzati per la produzione dei mangimi.
In futuro il monitoraggio non dovrebbe più essere effettuato su tutti i prodotti realizzati, ma solo su una parte di essi. Lo ha comunicato Arnaud Bouxin, vice segretario generale dell’European Feed Manufacturers’ Federation (FEFAC), che spiega che questa decisione verrebbe incontro alle richieste avanzate da diversi Paesi europei, che hanno espresso la necessità di ridurre i controlli sui prodotti a basso rischio. Ritengono più opportuno, invece, concentrare il monitoraggio sui materiali a più alto rischio di contaminazione. “Solo alcuni prodotti – spiega Bouxin – sono a rischio di contaminazione da diossina, come gli acidi grassi distillati e l’olio di pesce”. Egli ritiene che l’eccellente lavoro svolto dagli operatori dei settori produttivi di grassi e oli, in collaborazione con le autorità, dovrebbe tradursi in una riduzione della frequenza dei controlli richiesti alle imprese.
Secondo Bouxin, tuttavia, servono chiarimenti sul termine “evidenza”, utilizzato per indicare le prove dei test da effettuare sui prodotti realizzati con oli e grassi, che solitamente vengono svolti a monte della catena alimentare. Il Regolamento, al paragrafo 5 della sezione di monitoraggio della diossina, non specifica infatti il formato e il contenuto dell’informazione che gli industriali dei mangimi devono obbligatoriamente trasmettere ai loro clienti, come prova che i loro prodotti siano stati controllati e approvati. FEFAC spera che questo problema venga risolto nel corso della revisione, che dovrebbe essere completata entro la fine di aprile.
Foto: Pixabay
Nadia Comerci – Redazione