Una nuova tecnica è in grado di aumentare notevolmente la resa delle piantagioni di soia. il metodo, che permette di aumentare l’apporto di azoto alla pianta, è stato sviluppato dai ricercatori della Washington State University guidati da Mechthild Tegede, che afferma: “La più grande implicazione della nostra ricerca è che aumentando il processo di fissazione dell’azoto naturale siamo in grado di aumentare la quantità di cibo che produciamo, senza incrementare l’inquinamento agricolo. In futuro vogliamo utilizzare questa procedura anche su altre piante e legumi”.
Gli scienziati, durante uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, hanno trovato il modo di far arrivare una maggiore quantità di azoto, un nutriente essenziale per la soia, agli organi della pianta che producono i semi. Il metodo sfrutta la capacità di alcuni batteri, chiamati rhizobium, che si annidano nei noduli delle radici della soia, di catturare l’azoto presente nell’atmosfera e convertirlo in nutrimento. Gli scienziati, in particolare, sono riusciti a rafforzare questo processo.
Grazie a questo metodo, sono quindi stati in grado di raddoppiare l’apporto di azoto e fare in modo che le piante raggiungano dimensioni maggiori e producano fino al 36% di semi in più. Secondo gli studiosi, la scoperta potrebbe rappresentare uno strumento utile per la lotta alla fame. Potrebbe, infatti, migliorare la resa delle colture e aiutare a soddisfare il bisogno nutritivo della popolazione mondiale. Il tutto, nel rispetto dell’ambiente.
Le piante alle quali è stato applicata questa tecnica “crescono più velocemente e, in generale, hanno un aspetto migliore delle altre – conclude il dottor Tegeder -. Inoltre, alcuni dati suggeriscono che potrebbero essere efficienti anche in condizioni climatiche sfavorevoli, come in presenza di siccità”.
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