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Nuove prospettive per i mangimi complementari

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Gli «alimenti complementari per animali» sono definiti per la prima volta all’interno della direttiva 79/373/CEE, in seguito abrogata e sostituita dal reg. (CE) n. 767/2009. Questo regolamento ha inoltre chiarito la distinzione tra mangimi complementari e premiscele e le loro condizioni di commercializzazione.

I mangimi complementari sono mangimi composti che contengono talune sostanze in concentrazione elevata e sono utilizzati in associazione con altri mangimi per formulare una razione giornaliera equilibrata. Per consentire l’applicazione uniforme della legislazione i mangimi complementari possono contenere additivi in tenori non oltre cento volte superiori alla concentrazione massima autorizzata nei mangimi completi. Questo li differenzia dalle premiscele che sono miscele di uno o più additivi per mangimi, che utilizzano come supporto materie prime per mangimi o acqua. Le premiscele, per il loro elevato tenore in additivi, non sono destinate ad essere somministrate direttamente agli animali e devono essere utilizzate secondo i requisiti per le imprese nel settore dei mangimi come riportato nel reg. (CE) n. 183/2005 che stabilisce requisiti per l’igiene dei mangimi e le attività degli operatori del settore dei mangimi.

Qualora i mangimi complementari contengano additivi in quantità superiore, fermo restando non oltre le cento volte, devono indicare, oltre alle altre informazioni previste, le istruzioni per un uso corretto, in modo da garantire l’osservanza dei rispettivi tenori massimi di additivi nella razione giornaliera (allegato II del reg. (CE) n. 767/2009). I mangimi complementari destinati a particolari fini nutrizionali (reg. (CE) n. 2008/38), nelle istruzioni per l’uso riportate sull’etichetta, devono fornire a loro volta indicazioni sull’equilibrio della razione giornaliera (allegato I del reg. (CE) n. 2008/38).

Un discorso a parte sono i mangimi medicati. I mangimi medicati per animali devono rispettare le regole valide per i medicinali veterinari e devono soddisfare le condizioni della direttiva 90/167/CEE, che stabilisce le condizioni di preparazione, immissione sul mercato e utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità.

Le condizioni per l’immissione sul mercato e l’uso dei mangimi sono d’importanza fondamentale per i cinque milioni di allevatori della Comunità, in quanto i mangimi rappresentano la voce di costo più importante.

L’utilizzo di mangimi complementari consente di ottimizzare le razioni e soddisfare specifiche esigenze. I mangimi complementari tradizionalmente vengono impiegati per equilibrare i fabbisogni nutrizionali e rappresentano la strategia utilizzata per soddisfare particolari esigenze. In genere includono vitamine, aminoacidi, estratti da piante, antiossidanti, stimolatori dell’immunità, prebiotici e probiotici specifici per le varie fasi della vita produttiva dell’animale. Vengono utilizzati per migliorare l’efficienza nutrizionale, prevenire l’emergere di problemi metabolici, in particolari situazioni di stress, per stimolare la digestione degli animali, lo sviluppo e la crescita della flora ruminale, per prevenire le maggiori patologie metaboliche della bovina da latte e sostenere l’animale in particolari momenti fisiologici, contrastare l’azione delle tossine alimentari, raggiungere particolari obiettivi di produzione, contribuire a prodotti di origine animale di qualità e sopperire a particolari carenze o problematiche aziendali. Oltre ai consolidati usi, i mangimi complementari possono essere strumento per attuare l’alimentazione di precisione e le nuove strategie alimentari.

Le nuove frontiere

Considerando lo scenario mondiale e la crescita della popolazione prevista per il 2050, la domanda alimentare sarà maggiore del 73% per la carne e del 58% per il latte (FAO, 2013). L’aspettativa di crescita riguarderà prevalentemente i paesi attualmente meno sviluppati.

La sfida è sicuramente di elevata portata e le parole chiave per affrontarla sono: sostenibilità globale ed efficiente utilizzo e salvaguardia delle risorse.

Uno degli obiettivi sostenibili in questo settore è il miglioramento della efficienza di utilizzo degli alimenti (energetici, proteici, etc.) destinati agli animali. L’unica strada è rivolgersi a un’alimentazione di precisione, più attenta ai fabbisogni specifici degli animali, ottimizzando l’utilizzazione dei nutrienti, riducendo i costi e l’impatto ambientale. L’efficiente utilizzo delle materie prime e dei prodotti derivati sarà espresso dai valori di LCA (Life Cycle Assessment) che stima l’impatto ambientale specifico di un prodotto. Sulla base di questo parametro sarà possibile confrontare produzioni diverse in termini di impatto ambientale.

Considerando l’impatto della produzione degli alimenti di origine animale sull’ambiente, la strategia è indirizzare il settore della ricerca verso una produzione sostenibile. L’utilizzo dei mangimi complementari potrebbe essere una risposta per soddisfare tale esigenza. Questo consentirebbe tra l’altro di diversificare le fonti alimentari ed incrementare l’uso di sottoprodotti e/o co-prodotti, utilizzando gli scarti delle produzioni industriali, e di inserire nuove fonti alimentari.

In UE il 70% delle materie prime per mangimi ad alto tenore proteico è importato (FEFAC, 2014). La ricerca di soluzioni innovative per una competitiva e sostenibile alternativa a queste fonti proteiche è tra le tematiche di HORIZON 2020, il programma della ricerca e dell’innovazione dell’UE per i prossimi sette anni (2014-2020). Il traguardo è individuare sottoprodotti dell’industria alimentare, migliorare e incrementare le coltivazioni proteiche sul nostro territorio, includere le alghe e gli insetti come fonti proteiche. Gli insetti presentano un alto tasso di crescita e di conversione alimentare e un basso impatto ambientale. Sono nutrienti, con contenuti molto alti di proteine, grassi, minerali e diverse industrie presenti in varie parti del mondo sono già impegnate in questa produzione. L’uso di insetti diverrà sempre più comune nei prossimi dieci anni. Le nuove fonti di proteine da inserire nelle diete animali è una urgenza che richiede lo sviluppo di efficienti criteri di valutazione della qualità e della loro sicurezza di impiego.

 Foto: Pixabay

Doriana Tedesco, PhD – Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, Produzione Animale e Sicurezza Alimentare – Università degli Studi di Milano