La FAO ha introdotto cinque nuovi indicatori sul portale FAOSTAT, arricchendo l’accesso ai dati globali sull’occupazione nei sistemi agroalimentari (AFS). Questa espansione offre un quadro dettagliato su come i sistemi agroalimentari sostengano l’occupazione mondiale, con particolare attenzione alle differenze regionali e alle dinamiche settoriali.
Lo si apprende da una nota ufficiale della FAO.
I dati aggiornati, disponibili a tutti a livello globale, regionale e nazionale, comprendono 23 indicatori relativi a occupazione agricola e non agricola, suddivisi per età, genere e settore. Tra questi figurano attività come produzione agricola, silvicoltura, pesca e logistica. Con circa 1,3 miliardi di lavoratori, gli AFS rappresentano il 39,2% della forza lavoro globale, confermandosi il principale settore occupazionale del pianeta. Secondo José Rosero Moncayo, Chief Statistician della FAO, questi dati rappresentano uno strumento fondamentale per orientare la trasformazione dei sistemi agroalimentari. La nuova offerta di FAOSTAT non solo evidenzia il ruolo cruciale degli AFS nel garantire la sicurezza alimentare, ma pone le basi per monitorare trend locali e promuovere strategie di sviluppo sostenibile, adattate alle specificità regionali.
Occupazione: trend e differenze regionali
Il nuovo database FAOSTAT mette in evidenza un declino significativo dell’occupazione globale nei sistemi agroalimentari (AFS), passata dal 52,2% nel 2000 al 39,2% nel 2021. Questo cambiamento riflette la crescita di settori alternativi e il progredire dell’industrializzazione, in particolare nei Paesi con economie diversificate.
In Africa, i sistemi agroalimentari restano un pilastro occupazionale, con il 64,5% della forza lavoro coinvolta, pari a circa 300 milioni di persone. L’Asia segue con una quota del 41,5%, equivalente a 830 milioni di lavoratori, concentrati soprattutto in Cina e India, che rappresentano insieme quasi il 60% dell’occupazione AFS del continente. Questi dati, secondo la FAO, confermano il peso delle economie agricole in queste regioni, nonostante una progressiva industrializzazione. Al contrario, nelle Americhe (22,4%), in Oceania (18,7%) e in Europa (14,7%), l’occupazione negli AFS è decisamente più bassa, riflettendo economie più avanzate e diversificate: prevalgono infatti le attività non agricole come la trasformazione alimentare, il commercio e la logistica, che rappresentano una fetta crescente del settore. Inoltre, l’agricoltura continua a essere il principale motore degli AFS nei Paesi in via di sviluppo, coprendo il 74,4% dei lavoratori AFS in Africa. In Europa, invece, questa quota scende al 34,8%, con un’economia agroalimentare più orientata ai servizi e al valore aggiunto.
Questa evoluzione occupazionale, spiega la FAO, sottolinea la necessità di politiche regionali mirate: da un lato per sostenere le transizioni verso settori non agricoli in economie emergenti, dall’altro per valorizzare l’intero sistema agroalimentare come motore di crescita inclusiva e sostenibile.