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Nuovo riso Gm contiene quantità più elevate di ferro e zinco

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Realizzata una qualità di riso geneticamente modificata, caratterizzata da un’elevata quantità di ferro e zinco. A produrla, durante uno studio pubblicato sulla rivista Nature, è stato un team internazionale di ricercatori coordinato da Inez Slamet-Loedin, dell’International Rice Research Institute (Irri) di Manila (Filippine). Per produrre il cereale, gli scienziati hanno impiegato una tecnica chiamata “biofortificazione”, che aumenta la quantità di micronutrienti presenti nelle piante. Il risultato è una varietà di riso capace di aiutare a contrastare la “fame nascosta”, una forma di sotto-nutrizione che si verifica quando il corpo non assume o non assorbe una quantità sufficiente di vitamine e minerali.

Nel corso della ricerca, gli autori hanno trovato il modo di accrescere la quantità di ferro e di zinco presenti nel cereale, senza intaccare la resa della pianta o modificare la qualità del chicco. In particolare, hanno portato il contenuto di ferro da 2 a 13 microgrammi e quello di zinco da 16 a 28 microgrammi. Pertanto, hanno realizzato un cereale che potrebbe permettere alle persone, soprattutto a quelle sotto-nutrite, di assumere la dose raccomandata di questi due minerali. L’Organizzazione mondiale della sanità sottolinea, infatti, che la carenza di ferro rappresenta la forma più diffusa di malnutrizione e una delle principali cause di anemia tra donne e bambini. Inoltre, evidenzia che la carenza di zinco può provocare l’arresto della crescita e provocare gravi conseguenze per la salute, in particolare durante l’infanzia.

“Il significativo aumento dei livelli di ferro e zinco è stato ottenuto attraverso una rigorosa ottimizzazione genetica, la trasformazione delle piante su larga scala e la selezione all’interno delle strutture ristrette del Laboratorio di trasformazione genetica dell’Irri – afferma Inez Slamet-Loedin –. Ora stiamo sviluppando nuovi prodotti utilizzando i geni di riso e fagioli. Ma servono ulteriori ricerche per favorire la produzione di nuove varietà”.

 

Foto: Pixabay

n.c.