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Obiettivo 2050, possibile grazie alla ricerca scientifica

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Nutrire la popolazione mondiale in continua crescita con meno risorse a disposizione: è una delle principali sfide del 21° secolo e uno dei temi affrontati durante la riunione annuale dell’American Association for the Advancement of Science (Aaas), che si è svolta dal 14 al 17 febbraio a Washington (Usa). Nel corso dell’evento, sono stati illustrati i recenti progressi scientifici ottenuti nell’ambito del settore agricolo, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, le minacce dei parassiti e la riduzione delle superfici coltivabili. Gli esperti hanno sottolineato che un nuovo metodo scoperto di recente renderà possibile accrescere la produzione agricola del 40% e contribuire, pertanto, a soddisfare entro il 2050 il fabbisogno di cibo della popolazione globale.

“Le piante devono fare tre cose fondamentali per produrre il cibo che mangiamo: catturare la luce solare, usare quell’energia per produrre biomassa vegetale e destinare quanto più possibile la biomassa alla crescita dei chicchi o dei prodotti commestibili – ha spiegato il relatore Donald Ort, professore di Biologia vegetale presso il Carl R. Woese Institute for Genomic Biology di Urbana (Usa) -. Nel secolo scorso, gli agricoltori hanno cercato d’incrementare la prima e la terza fase, lasciandoci l’incarico di migliorare il processo di fotosintesi per stimolare la crescita delle colture, allo scopo di soddisfare le esigenze alimentari del 21° secolo”.

L’esperto ha spiegato che questo compito è stato svolto con sucesso dagli scienziati dell’Università dell’Illinois di Urbana e dell’Agricultural Research Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), che hanno individuato una “scorciatoia fotorespiratoria” che potrebbe incrementare la resa delle colture del 40%. “È incredibile il numero di calorie perse a causa della fotorespirazione ogni anno in tutto il mondo – ha sottolineato il dottor Ort -. Riuscire a recuperare anche solo una parte di queste calorie sarebbe un enorme successo e ci consentirebbe di nutrire 9,7 miliardi di persone entro il 2050”.

Lo scienziato stima che prima che questa tecnica venga convalidata nelle colture alimentari – finora è stata testata con successo nelle piante di tabacco, ma è già partita la sperimentazione nelle piante di soia, fagioli, riso, patate, pomodori e melanzane – e ottenga le autorizzazioni normative potranno trascorrere 15 anni o forse di più. Ma una volta concluse queste procedure, gli scienziati che l’hanno messa a punto s’impegneranno a garantirne l’accesso gratuito a tutti i piccoli agricoltori, in particolare a quelli che risiedono nell’Africa sub-sahariana e nel sud-est asiatico.

Foto: © JPchret – Fotolia.com

redazione