Grave delusione per la mancanza di considerazione, da parte della Commissione Europea, delle conseguenze subite dalle imprese europee che si occupano di alimentazione umana e animale a causa della mancata autorizzazione, da parte della Commissione stessa, per l’importazione e la lavorazione di otto colture geneticamente modificate. Il “serio disappunto” per lo stato dei fatti è stato espresso in una nota stampa congiunta indirizzata alla Commissione Europea da Coceral (l’associazione europea che rappresenta il commercio di cereali, riso, mangimi, semi oleosi, oli e olio d’oliva), Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation, ovvero la federazione europea che rappresenta i produttori di mangimi) e Fediol (la federazione che rappresenta i produttori europei di oli vegetali e farine proteiche). “Questo rinvio da parte del collegio dei commissari europei – si legge nella nota stampa – lascia le imprese europee che si occupano di prodotti alimentari e mangimi, oltre che in una situazione di grave incertezza giuridica, esposte al possibile rischio di interruzioni delle importazioni di vitale importanza di soia, mais e altri prodotti ricchi di proteine da essi derivati da parte delle regioni esportatrici chiave per l’Unione Europea”.
Al fine di non minacciare ulteriormente le offerte di queste colture più che necessarie per l’Unione Europea, continua la nota, “una decisione dovrà essere presa a inizio settembre 2014, prima che il raccolto autunnale venga effettuato nelle regioni esportatrici chiave per l’UE”.
Gli 8 prodotti geneticamente modificati sono stati ritenuti sicuri da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e hanno raggiunto la fase finale del processo di gestione del rischio. Le decisioni per le relative autorizzazioni d’importazione da parte dell’UE sono nelle mani della Commissione europea da diversi mesi: alcune di loro erano attese a partire dalla fine del 2013.
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m.c.