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OGM, piano nazionale: negli alimenti presenza sotto limiti di quantificazione

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Gli OGM autorizzati nei prodotti alimentari sul mercato italiano sono molto limitati, a concentrazioni sotto i limiti di quantificazione. I requisiti di etichettatura previsti dalla normativa in vigore sono rispettati. Nei campioni analizzati la percentuale di quelli positivi è pari a circa il 3% ma in nessun caso è stata riscontrata non conformità. Sono gli ultimi dati della relazione sul Piano nazionale sulla presenza di OGM negli alimenti. Il documento si riferisce al 2018, l’ultimo anno del quadriennio di programmazione previsto del piano (2015-18). Ne dà notizia il ministero della Salute che elabora il piano con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli OGM e l’Istituto superiore di sanità. 

Le conclusioni della relazione confermano sempre più la consapevolezza degli operatori del settore alimentare lungo tutta la filiera nonché l’efficacia dei controlli previsti ed eseguiti.

Controllo sul territorio

Il campionamento ha riguardato per oltre il 40,6% granelle, creme e farine di mais, riso e miste, per poco meno del 14% latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale; per il 13,2% i prodotti della pasticceria, panetteria e biscotteria; il 7,8% pasta e noodles; il 6,1% snacks, dessert e altri alimenti. Infine altri prodotti come legumi e integratori alimentari. Tutte le positività per la maggior parte di campioni hanno mostrato percentuali di OGM autorizzati molto basse, al di sotto del limite di quantificazione. Ecco i numeri complessivi: 34 positività in 22 campioni su 681 totali, il 3% circa, tutte relativa a OGM autorizzati nell’Ue. 

I controlli hanno riguardato sia il circuito convenzionale che quello biologico. Nel primo i campioni positivi sono stati 18 su 568 con 27 positività accertate, quasi tutte ascrivibili alla soia. Per il biologico, invece, in quattro campioni sono state rilevate sette positività. Questa materia prima si conferma come la specie vegetale su cui più si è riscontrata la presenza di OGM nei prodotti alimentari sebbene la componente geneticamente modificabile sia presente solo a livello di tracce.

Import

Il numero dei campionamenti effettuati è inferiore rispetto al 2017 (da 111 a 92 nel 2018). La non conformità è stata riscontrata in due campioni per il riscontro di riso geneticamente modificato non autorizzato in prodotti provenienti dalla Cina. Su questo fronte il ministero e gli altri enti ribadiscono l’importanza degli uffici di frontiera come prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari importati. Un ruolo condiviso con i laboratori pubblici per l’attività di rilevazione e quantificazione degli OGM. 

Nei campionamenti per i controlli all’importazione le categorie di alimenti più interessate sono state pasta e noodles per il 61% e poi granelle, creme e farine di mais, riso e miste per il 25%. Solo un campione è risultato positivo alla soia MON89788 ma sempre sotto il limite di quantificazione.

 

Foto: Pixabay

redazione