Le colture geneticamente modificate possono favorire la riduzione degli sprechi alimentari e proteggere l’ambiente. È quanto emerge da un editoriale pubblicato sulla rivista Forbes, secondo cui l’impiego di semi Gm potrebbe migliorare la produttività dei raccolti e permettere di diminuire la superficie dedicata all’agricoltura, che potrebbe essere riconvertita in pascoli e foreste. Inoltre, il ricorso agli organismi geneticamente modificati (Ogm) potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare e la sostenibilità del sistema alimentare globale.
L’articolo evidenzia che spesso gli sprechi alimentari sono dovuti a motivi prettamente estetici. Le persone sarebbero, infatti, portate a scartare frutta e ortaggi in buone condizioni soltanto perché hanno un aspetto poco invitante. L’utilizzo delle biotecnologie permette di ottenere vegetali privi di alcuni difetti estetici, che potrebbero quindi risultare più appetibili per i consumatori. Per esempio, sono state prodotte mele e patate geneticamente modificate che non anneriscono: questo riduce la possibilità che finiscano nella spazzatura.
Ma quali sono gli effetti per l’ambiente? L’impiego delle colture Gm potrebbe, da una parte, aumentare la produttività dei raccolti e, dall’altra, ridurre gli sprechi alimentari. Di conseguenza, potrebbe aumentare la disponibilità di cibo, tanto da soddisfare la crescente domanda della popolazione mondiale. Ma permetterebbe di ottenere questo risultato senza la necessità di convertire boschi e pascoli in superfici da coltivare.
Foto: © Alex011973 – Fotolia
redazione