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Ogm, sicuri per il consumo umano

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Gli alimenti prodotti con ingredienti geneticamente modificati sono sicuri per il consumo umano. Non presentano, infatti, differenze rispetto a quelli realizzati con i metodi tradizionali. Ad affermarlo, in uno studio descritto sulla rivista britannica The Times, sono gli scienziati del National accademies of sciences, l’organo consultivo statunitense che vanta la presenza di oltre 300 vincitori del premio Nobel. Secondo gli studiosi, inoltre, non ci sarebbero prove che le colture Ogm rappresentino un rischio per l’ambiente.

Gli scienziati hanno condotto il più ampio studio sull’argomento, analizzando i risultati di circa 900 ricerche riguardanti l’uso e gli effetti delle colture Gm, realizzate negli ultimi 30 anni. Il gruppo di esperti ha anche esaminato più di 700 commenti inviati da individui singoli e da gruppi, e valutato le prove presentate da 80 testimoni. Al termine dell’indagine, il team è giunto alla conclusione che i cibi contenenti ingredienti Gm possono essere consumati in sicurezza. Non esistono, infatti, differenze tra gli effetti sulla salute umana determinati dalle colture tradizionali e quelli indotti dalle colture geneticamente modificate. In particolare, gli studiosi hanno osservato che l’incidenza del cancro negli Stati Uniti e in Canada, dove il consumo di prodotti Gm è molto diffuso, è simile a quello registrato in Europa, dove gli alimenti contenenti Ogm sono piuttosto rari.

Gli studiosi hanno anche concluso che non esistono prove dell’esistenza di un rapporto di causa-effetto tra i problemi ambientali e l’impiego degli Ogm. Al contrario, il team ha osservato che l’introduzione delle colture Gm ha permesso di ottenere vantaggi significativi. Ha, infatti, consentito di aumentare la resa dei raccolti, proteggendo le piante dalle infestazioni dei parassiti. Per questo motivo, se le posizioni anti-Ogm venissero superate, il ricorso a queste colture potrebbe diventare una valida arma contro la fame e permettere di sfamare le popolazioni dei paesi in via di sviluppo.

 

Foto: © Noam – Fotolia

red.