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One Planet Summit, dalla Francia un nuovo strumento contro le malattie zoonotiche in collaborazione con la Fao

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Pur in una situazione in cui non sono ancora chiare l’origine e la catena di trasmissione del Sars-Cov-2, la pandemia di Covid-19 ha fatto emergere, ancora una volta, il tema delle malattie zoonotiche. Se n’è parlato anche al quarto One Planet Summit organizzato dalla Francia, dall’Onu e dalla Banca mondiale. L’edizione di quest’anno è dedicata alla tutela della biodiversità e alla protezione degli ecosistemi anche in relazione alla salute pubblica. All’evento ha partecipato il direttore generale della Fao Qu Dongyu che ha accolto con favore la nuova iniziativa per la prevenzione delle malattie zoonotiche presentata nel corso dell’evento. L’emergenza sanitaria “ha sottolineato gli stretti legami tra salute pubblica, sanità animale e ambiente in un contesto di maggiori contatti tra uomo, allevamenti e fauna selvatica e di degrado degli ecosistemi”, ha detto Qu. Il rinvio è quindi all’approccio One Health, strumento essenziale per la tutela di tutti questi ambiti con una visione integrata.

Il nuovo strumento si chiama Prezode (Preventing Zoonotic Diseases Emergency). È stato proposto dalla Francia per rinforzare la cooperazione internazionale tra il settore della ricerca e le agenzie per la sicurezza sanitaria, con un forte impegno della Fao. Lo scopo è la prevenzione della diffusione di nuove malattie zoonotiche. Sono oltre 400 i ricercatori e i soggetti esperti in materia di salute pubblica e animale e di tutela dell’ambiente coinvolti. Uno sforzo congiunto per mappare, valutare e mitigare i rischi di patogeni zoonotici potenzialmente emergenti. Le malattie zoonotiche rappresentano infatti una grave minaccia per l’uomo. Quasi i due terzi delle malattie infettive sono causate da patogeni trasmessi da animali, il 75% di quelle emerse negli ultimi decenni, come Ebola o Sars-Cov o l’influenza aviaria.

La Fao – come ha ricordato il suo direttore generale – metterà a disposizione la sua esperienza in materia e il lavoro compiuto nell’ambito di iniziative come Ectad, il Centro di Emergenza contro le Malattie zoonotiche transfrontaliere, una rete di centinaia di ricercatori nel settore veterinario attivi in trentasei Paesi di Africa e Asia. Oltre a questo Prezode potrà contare anche sui centri di referenza e i programmi di sorveglianza dei laboratori. Il direttore generale ha anche offerto la possibilità di usare come centri di supporto per il dialogo tra scienza e politica il nuovo hub congiunto di Fao e Oms – che integra il lavoro sulla salubrità degli alimenti, le malattie animali e la resistenza agli antibiotici – e il centro gestito insieme da Fao e Aiea sulle Tecnologie nucleari per l’Agroalimentare.

Approccio One Health ancora più forte

Ectad è stato costituito in seno alla piattaforma One Health, uno strumento che la Fao reputa essenziale nel consesso internazionale e che la risposta alla pandemia ha dimostrato, con lo stanziamento di 200 milioni di dollari per scongiurare il rischio di una crisi alimentare. Qu Dongyu, nel suo intervento al Summit sulla Biodiversità, ha invitato tutti i portatori di interesse, dai governi alla società civile, dai privati alle agenzie dell’Onu, a impegnarsi per massimizzare l’approccio One Health. 

Una visione olistica per la riduzione della possibile insorgenza di malattie zoonotiche include la difesa della biodiversità, degli ecosistemi, delle foreste e degli altri fattori ambientali. Le priorità nell’approccio One Health sono rafforzare il monitoraggio, la sorveglianza e i sistemi di notifica a ogni livello; comprendere quali sono i fattori di rischio per la trasmissione di questo tipo di malattie; migliorare la condivisione delle informazioni tra le istituzioni e i portatori di interesse; rinforzare la sicurezza alimentare; aumentare le capacità del settore agroalimentare contro l’antibiotico-resistenza.

Per la tutela della biodiversità la Fao può contare su diverse risorse, come l’iniziativa Hand-in-Hand, per il perseguimento dello sviluppo sostenibile rurale e la trasformazione agricola al fine di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile.

Foto: Pixabay