Home Economia Outlook 2013 dei settori bovino e suino e dell’industria mangimistica nell’Unione Europea

Outlook 2013 dei settori bovino e suino e dell’industria mangimistica nell’Unione Europea

368
0
mangimi

 

 

Secondo gli ultimi dati Eurostat nel 2013 il patrimonio bovino (inclusi i bufalini) dell’Unione Europea 28 ammonta a 87,6 milioni di capi, con un ulteriore lieve incremento dello 0,6% rispetto al 2012.

Il comparto bovino

Circa i 3/4 di esso risultano concentrati in soli 7 Paesi. Nel dettaglio la Francia con 19,1 milioni di capi si attribuisce il posto di maggiore allevatore di bovini nell’Unione Europea (21,8% del patrimonio comunitario), seguita nell’ordine da Germania (14,5%), Regno Unito (11,0%), Irlanda (7,2%), Italia (7,1%), Spagna (6,5%) e Polonia (6,4%). Ad eccezione di Regno Unito e Spagna, nei quali le consistenze nazionali hanno registrato decrementi pari rispettivamente a -0,7% e -2,0%, i rimanenti Paesi del gruppo considerato si attribuiscono incrementi oscillanti tra lo 0,4% (Francia) ed il 2,6% (Italia). Sempre con riferimento ai primi 7 Paesi, va segnalato, tuttavia, che negli ultimi 5 anni gli allevamenti bovini registrano diminuzioni complessive generalizzate più o meno significative, toccando -6,3% in Spagna, ad eccezione dell’Irlanda (+1,2%).

Le macellazioni comunitarie di bovini hanno registrato nel 2013 un calo pressoché in linea con l’andamento delle consistenze, con un -4,3% a livello complessivo e con decrementi generalizzati per quasi tutti i principali allevatori, oscillanti tra -1,6% (Regno Unito) e -13,1 (Italia). Fa eccezione soltanto l’Irlanda con un incremento del 7,1%.

Per quanto riguarda gli scambi di animali vivi, l’intero 2013 è stato caratterizzato da una tendenza allo spostamento verso i mercati del Maghreb e di altri Paesi in via di sviluppo. Le esportazioni comunitarie di bovini vivi, infatti, si sono fortemente ridotte (-24,2%), ma sono significativamente aumentati i flussi verso Algeria, Israele, Libia e Marocco. In un contesto di scarsa offerta, il 2013 è stato contrassegnato da consistenti riduzioni delle esportazioni comunitarie di carne bovina, soprattutto quella fresca e refrigerata (-32,9% rispetto al 2012), dovute in special modo alla forte contrazione dei flussi verso la Russia. Le importazioni comunitarie di carne hanno, invece, segnato un aumento: in particolare il Brasile e l’Uruguay, grazie ad una maggiore produzione interna, hanno potenziato le vendite verso l’UE-28 (rispettivamente +26% e +24%), compensando largamente la contrazione delle esportazioni da parte dell’Argentina.

 

Il comparto suino

 

Nel 2013 il complesso degli allevamenti suini comunitari ammonta a 146,1 milioni di capi, con un lieve decremento (-0,6%) rispetto al 2012. All’interno del settore il calo ha interessato il patrimonio del parco riproduttori (-1,7%) e quello dei suini di peso tra i 20-50 kg (-2,4%). In controtendenza la dinamica dei suinetti (+0,4%) e dei suini da ingrasso (+0,4%).

Come per gli allevamenti bovini, anche il patrimonio suinicolo comunitario risulta per lo più concentrato in soli 7 Paesi (75,9%), con la Germania al primo posto (28,0 milioni di capi, pari al 19,2% del patrimonio comunitario), seguita da Spagna (17,4%) e a distanza da Francia (9,2%), Danimarca (8,5%), Paesi Bassi (8,2%), Polonia (7,5%) e Italia (5,9%). Nel corso degli ultimi cinque anni il patrimonio suinicolo risulta complessivamente calato del 4,4%, quale saldo di decrementi oscillanti tra -22,9% (Polonia) e -0,8% (Paesi Bassi) ed incrementi in soli due Paesi, Spagna e Danimarca (+1,0%).

Anche per le macellazioni di suini si registra una lieve flessione complessiva dello 0,4% in termini di capi. Per quanto riguarda la situazione nei maggiori Paesi allevatori si registrano decrementi generalizzati oscillanti tra -13,1% (Italia) e lo 0,1% (Danimarca), in minima parte controbilanciati dall’incremento dei soli Paesi Bassi (+1,3%).

Per quanto riguarda gli scambi con l’area extra-comunitaria, le esportazioni comunitarie di carni fresche, refrigerate, congelate con i Paesi terzi, nel 2013 hanno registrato una crescita di quantità (3,2%), mentre gli acquisti dai Paesi terzi sono diminuiti del 27,8%.

Per le preparazioni gli scambi dell’UE 28 verso l’area Extra UE28 nel 2013 hanno registrato, su base annua, una crescita delle esportazioni in volume (+1,3%), mentre le importazioni sono calate del 24,4%.

 

 

L’industria mangimistica

 

Secondo le recenti stime definitive FEFAC la produzione complessiva dimangimi composti (completi e complementari) per l’UE1nel 2013 risulterebbe attualmente fissataa154,2milioni di tonnellate con un lieve incremento, pertanto, rispetto al 2012 (+0,4%). La citata concentrazione degli allevamenti bovini e suini in pochi paesi comunitari richiama una pressoché analoga concentrazione della produzione dei corrispondenti mangimi. Premesso, quindi che anche per i mangimi in complesso oltre il 75% della produzione comunitaria viene realizzato in soli 7 Paesi, ed in particolare in Germania (15,2% della produzione comunitaria), Francia (13,7%), Spagna (13,6%), Regno Unito (10,1%), Paesi Bassi (8,8%), Italia (8,6%) e Polonia (5,6%), è da notare che i mangimi per bovini per tali Paesi rappresentano nel 2013 aliquote sulla produzione complessiva nazionale oscillanti tra il 27,2% della Francia ed il 35,7% del Regno Unito, mentre quelli per suini presentano un range di incidenza sulla corrispondente produzione nazionale molto più ampio, compreso tra l’11,9% del Regno Unito ed il 42,6% della Spagna. Ne consegue che nella maggior parte dei principali produttori mangimistici l’insieme dei mangimi per bovini e suini rappresentano a livello nazionale aliquote molto differenziate oscillanti tra il 32,6% della Polonia ed il 74,6% della Spagna, evidenziando la significativa incidenza della rimanente produzione di mangimi quasi totalmente destinata all’alimentazione del pollame in Paesi come Polonia (63,0%), Regno Unito (41,9%), Francia (40,8%) e Italia (38,7%).

Sempre con riferimento ai su citati maggiori produttori, i mangimi per bovini risultano calati solo in Italia (-2,9%) e Spagna (-5,1%), mentre quelli per suini registrano decrementi generalizzati, ad eccezione per la Spagna (+1,6%).

Numero di bovini e suini allevati e relativa produzione di mangimi composti nei principali Paesi dell’UE 28 – Anno 2013

PAESI

CAPI

MANGIMI COMPOSTI

Numero

(migliaia)

Variazioni %

2013/2012

Quantità

Variazioni %

2013/2012

 

BOVINI

FRANCIA

19.129

0,4

5.750

2,7

REP. FED. DI GERMANIA

12.686

1,4

7.061

2,7

REGNO UNITO

9.682

-0,7

5.573

6,9

IRLANDA

6.309

0,9

2.746

7,5

ITALIA

6.250

2,6

3.680

-2,9

SPAGNA

5.697

-2,0

6.700

-5,1

POLONIA

5.590

1,3

1.035

7,6

ALTRI PAESI

22.303

0,7

11.522

3,7

EUR 28

87.646

0,6

44.067

2,1

 

SUINI

REP. FED. DI GERMANIA

28.046

-1,0

9.597

-1,3

SPAGNA

25.495

1,0

8.900

1,6

FRANCIA

13.428

-2,5

5.319

-3,6

DANIMARCA

12.402

1,0

2.600

-1,8

PAESI BASSI

12.013

-0,8

5.048

-7,4

POLONIA

10.994

-1,2

1.800

-0,9

ITALIA

8.561

-1,2

2.810

-2,1

ALTRI PAESI

35.189

-1,3

12.867

0,1

EUR 28

146.129

-0,6

48.941

-1,4

Fonte: Eurostat per il numero di capi e stime FEFAC per i mangimi. Per l’Italia le stime FEFAC sono state riviste alla luce dei dati definitivi Istat 2012

1 Esclusi Grecia, Lussemburgo e Malta

 

Foto: ©EwaStudio_Fotolia

Bruno Massoli – Statistico